Attualità - 09 gennaio 2014, 15:32

Sanremo: i turisti salvano il primo weekend di saldi, la battaglia tra piccoli e grandi del commercio nella giungla degli sconti

Nel tracciare un primo bilancio c'è chi ha sottolineato il danno provocato dalla politica aggressiva di sconti attuata dai punti vendita delle grandi catene nati di recente.

Alcuni intervistati e le vetrine in centro città

Il primo weekend di saldi a Sanremo è trascorso all'insegna del risultato positivo. Turisti e residenti non hanno rinunciato alla caccia all'affare, nonostante il maltempo dei primi giorni e la crisi. L'occasione dei saldi è stata infatti appuntamento irrinunciabile non solo per i sanremesi, ma anche per chi ha trascorso le vacanze in città. Gli incassi, almeno fino all'Epifania, hanno tenuto grazie agli acquisti di piemontesi, lombardi e francesi che hanno sfruttato i primi giorni di ribassi matuziani per rinnovare il guardaroba.

Impossibile resistere agli sconti, in media dal 30 al 70%, pubblicizzati sulle vetrine dei negozi. Dopo le corse ai regali obbligati di Natale, in molti hanno atteso il 4 gennaio per gli acquisti personali. “Siamo abbastanza contenti del nostro shopping qui a Sanremo – racconta Giorgio, turista di Torino – quest'anno abbiamo un budget di mille euro e li stiamo spendendo qui”. “Ho aspettato i saldi per fare i veri acquisti e ho speso circa 700 euro comprando per lo più prodotti scontati al 30%” aggiunge Fulvia di Sanremo. “Siamo venute qui a comprare a Sanremo anche se con un budget dimezzato rispetto all'anno scorso - raccontano Barbara e Karin di Imperia – qui c'è più scelta rispetto alla nostra città”.

Come davanti ad un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, questa prima fase di saldi registra tra i commercianti soddisfazione ma anche un po' di malcontento. Nel tracciare un primo bilancio c'è chi ha infatti sottolineato il danno provocato dalla politica aggressiva di sconti attuata dai punti vendita delle grandi catene nati di recente.

La maggioranza dei piccoli negozianti ha infatti scelto una forbice di sconto più bassa, in media dal 20 al 40% applicata sui capi della collezione autunno inverno in corso. Più comune tra i franchising e i grandi marchi il lancio di sconti fino al 70% su articoli rimanenti e stock di merce arrivati apposta per la svendita. Una politica differente dettata da meccanismi di costi e ridistribuzione della merce completamente diversi, che però non passa inosservata tra gli addetti al settore. 

Per ora sta andando peggio dell'anno scorso – conferma una commerciante di via Feraldi – e in tutto questo c'è il danno dei grandi negozi che, avendo minori costi di produzione, sono partiti con il 50% di sconti fin dal primo giorno. Qui parliamo della qualità del commercio, Sanremo non ha più i negozi belli e la clientela d'élite. Gli amministratori non si accorgono che è in gioco l'immagine della città”.

L'opinione abbastanza comune tra i piccoli esercenti è che l'apertura di grandi negozi abbia standardizzato il commercio matuziano. “Le catene fanno quello che vogliono, non è possibile competere con loro – aggiunge la titolare di un negozio di abbigliamento in via Matteotti – certo una determinata clientela non viene a Sanremo per comprare in negozi che può trovare anche in un centro commerciale. Qui da noi per ora i saldi stanno andando leggermente meglio del 2012, grazie ai nostri clienti affezionati”.

Siamo abbastanza contenti, abbiamo applicato sconti del 30% ma i nostri prezzi erano già competitivi” conferma Sarah Cachemire di via Feraldi. “Abbiamo lavorato bene i primi giorni – commentano Gina e Fabrizia del negozio Replay in via Matteotti – per fortuna ci sono i turisti delle seconde case e i francesi che comprano. La clientela si fida dei nostri prodotti ed entra a colpo sicuro, acquistando anche prodotti più cari”.

Puntuale come sempre, la giungla dei saldi scatena ogni anno critiche e dubbi nel mondo del commercio. Regole e modalità a parte, la riflessione comune ritorna su un altro noto interrogativo: la data di inizio saldi invernali a ridosso delle festività, un bene o un male per il commercio?.

Silvia Iuliano