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Al Direttore | 25 novembre 2013, 19:10

Il lascito arabo nella Liguria d'Occidente nel racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Il lascito arabo nella Liguria d'Occidente nel racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Del lascito di termini arabi nei dialetti liguri sappiamo molto e forse non ce ne accorgiamo, ma parliamo arabo, come ci ha insegnato con i suoi studi anche il Professor Lanteri. E del resto anche la lingua italiana è ricchissima del contributo di quella araba. Per avere poi un'idea di quanto sia stata vasta, nel X secolo, la parte di Liguria, in particolare a ponente, soggetta ai musulmani, basterà ricordare le fonti storiche del tempo, oltre alle molte tradizioni locali, rimaste a tramandare, dopo un millennio, la memoria dei predoni islamici, che talvolta rispondevano anche a scorrerie cristiane nell'altra sponda del Mediterraneo, secondo un costume diffuso all'epoca (anche da ciò si deve nel bene e nel male gli scambi culturali tra i due mondi, come i probabili influssi dell'escatologia islamica sulla Divina Commedia di Dante e quelli della filosofia araba sull'intelligenza europea).

Tali gesta ebbero una tregua dopo il declino dell'Islam classico e ripresero sotto la bandiera corsara della mezzaluna turca nel XV e XVI secolo, come da analoga memoria conservata nei nostri borghi non solo marini. Per tornare ai primi saraceni si sa che presso Savona, lungo la strada per Cadibona, sorge il Monte Moro: in tale località i saraceni si sarebbero stabiliti, dopo l'accordo con re Ugo per combattere le truppe di Berengario II. Altri riferimenti toponomastici alla presenza degli invasori si hanno con le "Maure", zona sovrastante Ventimiglia in vicinanza di un altro Monte Moro, così come nel poggio del Moro, alle sorgenti del torrente Impero, si segnalano vestigia islamiche. Di un Monte Moro presso Torriglia, Bobbio, Genova e altre aree del levante, oltre di un Moretto, frazione di Calizzano, di un Monte Moro di Frabosa Soprana e infine di un Monte Saraxin non lontano da Bajardo. Un nome di origine araba, Mandrogne, è ricordato dal piccolo centro ora frazione di Alessandria, dove ancora oggi sembra che gli abitanti locali, detti "mandrogni" si astengano prevalentemente dal consumare la carne di maiale, secondo i precetti del Corano. Nel Finalese, inoltre, in Val Ponci, esiste una gola detta "Colpo d'Orlando, che, a quanto  si racconta, si sarebbe aperta a seguito di un fendente lasciato cadere sulla roccia dall'epico eroe carolingio con la sua famosa "durlindana".

A Taggia, Pigna, Noli, Dolceacqua e Cascine di Imperia è ancora possibile oggi sentir narrare dai più vecchi di scudi ritrovati e di scimitarre che solo nel XIX secolo venivano rinvenute nei campi. Storie di saraceni, alcune molto intriganti e suggestive per il loro contenuto di poesia, si raccontano a Ventimiglia, Bussana, Civezza, Dolcedo, Castelvecchio di Rocca Barbena, Vallecrtosia, Santo Stefano Mare, Andora, Laigueglia, Borghetto di Bordighera, Pontedassio, Spotorno, Sanremo,Celle Ligure, Arenzano, Pra e da ultimo anche Alassio, dove la presenza dei saraceni è in qualche modo legata alla vicenda di Aleramo e di Alasia (o Adelasia), che commosse persino Giosuè Carducci. E pure quando Papa Giovanni XII strinse un patto di non aggressione con i saraceni di Frassineto (l'odierna La Gard Freinet in Francia, dove era una stata creata una base di arabi della Spagna e del Nord Africa, le popolazioni liguri di Ponente si allearono gli stessi islamici per contrastare gli abusi della nobiltà nel nome di una vera rivoluzione sociale. Più tardi, tuttavia, a causa delle rinnovate scorribande dei saraceni spintesi da Narbonne alla Riviera Ligure di Ponente, fu bandita nel 972 una crociata al comando di Guglielmo conte d'Arles, promotore di una Lega delle Tre Marche Liguri e la Provenza per cacciare i mori. In tale conflitto si distinsero i signori Corrado di Ventimiglia, Mirone di Nizza e Giballino di Grimaldi, progenitore degli attuali principi di Monaco, oltre all'agguerrita compagine navale saremasca: l'inzio di un'inversione di tendenza che vedrà Genova, i borghi liguri e con il tempo le potenze occidentali in genere riversarsi alla conquista del mondo arabo.

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