Nel Levante Ligure (Santa Margherita, San Giacomo di Corte, Rapallo), ma anche se soprattutto nel Ponente (Cervo, Laigueglia) furono sempre molto attivi i corallini, pescatori che si recavano con il loro "ingegno", uno strumento che raschiava i rami del corallo dalle rocce sottomarine, dapprima sulle coste liguri, in particolare nelle acque dell'isola Gallinara, e poi, ridottisi dalle nostre parti i giacimenti, sulle coste mediterranee (Sardegna e Corsica) e nordafricane (Tabarka in Tunisia, dove per un certo periodo si insediarono i pegliesi che più tardi si trasferirono a Carloforte nell'isola sarda di San Pietro).
Grazie alle navigazioni dei corallini, che intrecciarono le loro relazioni con ambienti diversi, nei centri rivieraschi liguri, specialmente di Ponente, si affermarono, tra l'altro, tradizioni culturali iberico-mozarabiche, barbaresche, provenzali e catalane, contribuendo a creare un vasto patrimonio di idee e di conoscenze, non solo marinare, ma anche artistiche, che ancora oggi sono alla base della comune identità mediterranea.