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Politica | 08 ottobre 2013, 15:34

Elezioni, corsa alla poltrona rovente: il valzer delle “prime donne”, in gioco il ‘brand’ Ventimiglia. Sgomitano i candidati

I candidati sgomitano nel più classico horce race (dall’inglese “corsa di cavalli”) per assicurarsi la poltrona di primo cittadino.

Elezioni, corsa alla poltrona rovente: il valzer delle “prime donne”, in gioco il ‘brand’ Ventimiglia. Sgomitano i candidati

Carte coperte o carte scoperte? In palio il brand Ventimiglia. Strategie comunicative e politiche differenti segnano la campagna elettorale in atto nella città frontaliera. I candidati sgomitano nel più classico horce race (dall’inglese “corsa di cavalli”) per assicurarsi la poltrona di primo cittadino. O meglio, allo stato attuale, accaparrarsi il titolo di candidato Sindaco. “Un aspirante ogni mille abitanti”, ha ironizzato qualche studioso, non discostandosi troppo dalla realtà.  Ma proviamo ad analizzare la situazione tra le diverse correnti.   

Lo scontro tra titani è interno al PDL che, ciclicamente, ad ogni competizione elettorale regala colpi di scena senza soluzione di continuità. Tra auto-candidature (Ballestra), investiture dal basso (Bistolfi), quiete prima della tempesta (l’entourage di Scullino è in attesa del corso giudiziario che stabilirà se potrà candidarsi o meno), la situazione appare ancora frammentata, con il dibattito più che mai accesso tra le diverse anime della coalizione. Dai vertici di partito assicurano che “questo fermento è positivo”. La sensazione è che non si tratti di prime donne che giocano al servizio della squadra. Anzi, forse è vero il contrario. “Gli incontri, le cene, i confronti continueranno alla ricerca di una figura di sintesi”, lasciano trapelare. La rosa dei nomi appare ormai delineata: Ballestra, Bistolfi, Guglielmi, Vafrè. Ma anche qui potrebbero esserci sorprese e non si escludono coup de théâtre.  

Navigano a vista anche a sinistra: per ora allo scoperto è uscito Sel, con la candidatura (anche questa rigorosamente auto) di Roberto Cotta, che però ha subito posto l’ultimatum: “Il Pd tiri fuori i nomi a breve o corriamo da soli”. Il candidato vendoliano, intanto, aveva aperto ai giovani di “Alternativa Intemelia”. Su nomi e candidati il Partito Democratico, che mai come questa tornata è chiamato al salto definitivo di qualità, mantiene il più stretto riserbo. I bene informati raccontano addirittura di due squadre, due liste, già pronte, mentre prosegue l’opera del “think tank” intemelio, ossia il serbatoio di idee affidato a Roberto Ervo, da cui scremare il candidato ideale.  Sottotraccia si lavora e si fanno le prove generali per l’esperimento civico, sul modello di quanto avvenuto a Imperia, e in parte anche Bordighera. Per questa eventualità, in pole position, c’era fino a poco tempo addietro l’avvocato Pio Guido Felici.

Nell’Udc regna il caos, il giovane segretario cittadino, Gabriele Sismondini, è stato di fatto abbandonato a se stesso. I contatti sono stati attivati con la corrente di Ballestra. Poi qualche fuoriuscito del partito di Casini è stato accostato al movimento dei renziani (l’ex consigliere Mauro Merlenghi).

I Renziani, o meglio “sestessiani” come si sono autodefiniti, attraverso il coordinatore Marco Caudano, stanno lavorando alla propria formazione. Il candidato a primo cittadino è stato ufficializzato da tempo e si tratta del medico Iachino. Tuttavia, da più parti qualcuno non ha potuto non storcere il naso per la vicinanza di personaggi con un passato politico lontano, e altri, invece presenti nella recente amministrazione azzerata nel 2012.

I grillini, alle politiche avevano fatto un exploit. Addirittura, secondo fonti interne al Pdl, un risultato ottenuto grazie anche al sabotaggio proprio di alcuni veterani azzurri nella “lotta” tra Scajola e Minasso, che avrebbero dirottato la loro preferenza verso il M5S. Potrebbe rappresentare la mina vagante, oppure rivelarsi un flop. L’incognita legata al destino dei pentacrociati sarà sciolta alle urne. 

Come si ricordava in apertura, però, il modello horce race enfatizza le dimensioni competitive ed agonistiche rispetto a quelle di contenuto e programmatiche: la città di confine, il cui brand dopo lo scioglimento per mafia è ai minimi storici, deve ripartire da un programma concreto di rilancio. La corsa al potere potrà essere affascinante, ma la poltrona di primo cittadino, in questa tornata, è rovente.

Renato Agalliu

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