Sport - 23 settembre 2013, 07:41

Grande successo sabato scorso per la seconda edizione del trofeo di apnea 'Bordighera pronfoda'

Tutto è andato per il meglio e si sono registrati ottimi risultati.

Tutti i momenti preparatori di una qualunque manifestazione sono caratterizzati da frenetiche attività in cui si cerca di prevedere ogni cosa sapendo quanto sia difficile, se non impossibile, essere preparati su tutto pur non avendo la sfera di cristallo. Solo l'esperienza e la preparazione dei singoli permette di superare al meglio i piccoli o grandi inconvenienti che anche la più minuziosa organizzazione non riesce a contemplare.

Ecco allora che il 2° trofeo di apnea in assetto costante 'Bordighera profonda' fila giù liscio raccogliendo i plausi di tutti, diretti interessati o semplici osservatori, ma, cosa assai gradita, di Stefano Tovaglieri, direttore tecnico della nazionale di apnea per le competizioni outdoor, vincitore di una medaglia di bronzo al Mondiale del 2006 nella prova di 'jump blueì siglando, anche se per poco un nuovo record mondiale. Nel 1998 diventa Istruttore Apnea Academy, la scuola di Umberto Pelizzari con cui inizia una proficua collaborazione anche per la pubblicazione di diversi manuali diventati testi ufficiali per l’insegnamento dell’apnea e tradotti in sette lingue. Nel 2004 viene insignito della medaglia di bronzo al valore atletico del Coni.

L’edizione 2013 di 'Bordighera Profonda' si è concentrata, a differenza della precedente, in un’unica giornata di gara nella quale gli atleti della specialità con attrezzatura (CWT) e senza attrezzatura (CNF) si sono alternati nei tuffi in base alle profondità dichiarate ed ufficializzate in precedenza. Nonostante il meteo impeccabile le condizioni marine sono state influenzate da una corrente di levante che, soprattutto in superficie, ha influenzato inevitabilmente le prestazioni degli atleti riducendo sensibilmente i loro margini operativi convincendo alcuni partecipanti a realizzare profondità minori di quelle previste. La sicurezza della gara, argomento forse poco interessante ai fini della cronaca ma fondamentale per l’organizzazione, è stata assicurata per 4 ore filate da un ecoscandaglio a scansione laterale che ha 'battuto' le prestazioni degli atleti in ogni attimo dei rispettivi tuffi; da 2 assistenti di profondità attrezzati per immersioni in miscela fino a 100 mt; da 4 apneisti che in immersioni alternate a quote diverse hanno accompagnato negli ultimi metri della risalita gli atleti in competizione; da un sistema a bilanciere con contrappeso negativo che, in caso di emergenza, permette un rapido recupero dell’eventuale atleta infortunato o privo di coscienza. La presenza sul campo gara di un medico rianimatore e di un milite della CRI, in collegamento diretto con una unità mobile posizionata in prossimità del porto, ha garantito un immediato trattamento sul posto per la stabilizzazione per poi provvedere al trasporto a terra.

Davide Carrera è stato il vincitore assoluto della specialità con attrezzatura battendo, con i suoi 90 metri, Federico Mana (-85 mt) e il giovanissimo Nicola Savi (-60).

Nella specialità senza attrezzature si è distinto Luigi Scafuto raggiungendo la profondità massima di -42 mt a cui sono stati sottratti 1,50 mt di penalità per differenza da quanto dichiarato ma che gli hanno comunque permesso di superare Gaspare Battaglia e Michele Tomasi. Quest’ultimo, protagonista delle cronache sportive, nelle fasi pregara aveva dichiarato l’intenzione d’infrangere il record del mondo della specialità ufficializzando l’intento di raggiungere la quota di -71 mt. A fini dell’omologazione internazionale della prestazione si è reso indispensabile dotare il piattello in profondità di una speciale telecamera subacquea capace di riprende in diretta tutte le fasi di presa del testimone per documentare la correttezza dell’esecuzione. Purtroppo, durante gli ultimi metri della risalita a obiettivo raggiunto, Michele ha subito un black out che, di fatto, ha reso nullo il tuffo.

In campo femminile neanche l’insistente corrente di superficie ha impedito a Ilaria Molinari, nome noto per aver ottenuto ragguardevoli risultati in attività, di raggiungere la quota di -68 mt con la monopinna vincendo la classifica assoluta femminile della specialità. Al secondo posto Jessica Giraldi (-52 mt) seguita da Francesca Scolari (-40 mt). Impeccabile è stata la preziosa collaborazione di Diego Olivari, medico iperbarico della AMSEI, rianimatore e operatore del 118, che è prontamente intervenuto sul black out di Tomasi e di Luisa Consolandi, atleta di prima categoria che ha patito un leggero malore.

A tutti i partecipanti sono stati donati i 'testimoni' di profondità autografati da Michele Geraci, giudice capo, sui quali sono stati riportati i dati delle rispettive prestazioni e gentilmente offerti da 'Dive System', azienda italiana specializzata nella produzione e commercializzazione di articoli e tecnologia per la subacquea.

A conclusione della lunga giornata di gara il pensiero degli organizzatori va verso la consapevolezza che sia possibile fare attività sportive agonistiche, ritenute a torto o a ragione "rischiose", pur rimanendo in margini di sicurezza elevati e riuscendo a leggere negli occhi di tutti la fatica di una giornata intensa ma anche la felicità di aver passato attimi speciali.

Il Centro Sub Riviera dei Fiori ringrazia tutti, atleti, tecnici sportivi, medici, CRI e 118, partecipanti e simpatizzanti e da appuntamento a tutti gli appassionati di subacquea alla prossima edizione nella speranza che le istituzioni territoriali e regionali con deleghe allo sport e alle manifestazioni insieme alle aziende del settore possano trovare, in questa affascinate attività, occasioni di patrocinio e di sponsorizzazione utili a rendere questi eventi degni del risalto che meritano.