"Ci siamo già occupati di Sanremo e dei suoi molti volti, se non altro per rendere omaggio ai suoi miti. Tra qualche settimana ricomincia, però, il 'refrain'. E sarà non solo Sanremo. Come sempre, del resto. Replicare un successo è sempre un'impresa difficile, ma vale la pena di provare e le probabilità di riuscirci sono sempre tante, forse troppe quando si parla di Sanremo.
L'ansia di prestazione, il confronto inevitabile con la passata edizione - che ben presto si dissolverà nel nulla -, il timore di fallire, le aspettative mediatiche di un evento che nasce comunque protagonista, anche quando sembra perdente. Per un abbacinante paradosso, il nobile e non eccessivamente sanguigno conduttore prende già appunti, come si comporterebbe un italiano all'estero: eppure Fazio gioca in casa, anche nella sua stessa Liguria. Analogo discorso lo si fa per il Rally, con molti profeti che si affrettano ad annunciarne la fine, mentre si finisce per decretarne, invece, la rinascita grazie alla passione dei suoi eterni mentori, i fratelli Maiga, che proseguono la grande stagione di Adolfo Rava. Se si pensa a Sanremo, dunque, vengono in mente due immagini, quella del Festival e quella del Rally: due lampi che siamo appena in tempo di vedere. Occorre che ci sia qualcuno che ci accompagni e ci tenga per mano, aiutandoci a comprendere il senso di questa città e delle sue manifestazioni. Non di rado chi lo fa non è di questa città. Una certa vocazione alla sacralità e alla riservatezza Sanremo sotto questo aspetto ce l'ha. E' uno spettacolo non lineare, ma complesso, quello di Sanremo.
Come si sarà capito, Sanremo si muove in una dimensione densa, impegnativa, a tratti affascinante, a tratti ostica, oppressa da un'immensa stratificazione intellettuale: ma si tratta di una dimensione sfuggente con le sue ripetute linee segrete e simboliche. Piaccia o no, vi si coglie la mano di un maestro occulto, ma geniale, anche se il risultato è ermetico quanto difficile da interpretare, arduo da decifrare. Magari la mano della maga Matuzia che non cessa di ordire i suoi piani per la sua terra. Più che spettacoli per il vasto pubblico, com'è giusto che sia, i lampi di Sanremo paiono le tappe del sofferto cammino di un grande artista verso una verità che non resta mai soggettiva, ma che costituisce un patrimonio di tutti. Ecco Sanremo express...
Pierluigi Casalino".
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