Tenda: modi di lavorare tra Francia ed Italia, l'esperienza di un lettore

Un lettore Fabio Ferrero interviene in merito al modo di lavorare ed alle differenze tra Italia e Francia, una volta passato il Tenda.

"Questa mattina ho attraversato il tratto francese del colle di Tenda e dopo Breil, direzione Ventimiglia, un operaio con la paletta mi segnala di fermarmi, io rallento e aspetto il via libera. Quando riparto vedo che stavano svuotando e pulendo le reti ferma massi, e contemporaneamente ripristinando la sede della cunetta. Riprendo il viaggio. Giungo all'incirca a Roverino, quando effettuo una curva e mi trovo il macchinario per pitturare la segnaletica stradale e l'addetto che riempiva il serbatoio di vernice in piena traiettoria senza essere segnalati da nessuno. Passo l'ostacolo e mi ritrovo l'altro operaio con la soffiatrice girato di spalle con le cuffiette, credo non mi abbia nemmeno sentito arrivare, gli suono e mi fa cenno di andare tranquillo. Per quale motivo due persone devono rischiare la loro incolumità in quel modo? A che servono i corsi sulla sicurezza? Ma soprattutto perchè da noi, quando si sfalcia lungo le strade, le pietre vengono proiettate ovunque e altrove si regola il traffico in modo da evitare che i veicoli vengano colpiti? Lavorare male non è solo colpa della crisi, è insito nel modo di essere di alcuni piuttosto che in altri. Nella professionalità che alcuni decantano ed altri posseggono. Nel credere in quello che si sta facendo, senza dare più importanza del dovuto a quello che si farà nel tempo libero".