Un nostro lettore, Fabio Ferrero, torna sugli esercizi coinvolti nei sequestri di cibi avariato:
"E' vero gli enti preposti non rilasciano le generalità degli esercizi coinvolti. Potrebbe essere legittimo, ma trattandosi di locali che somministrano alimenti al pubblico, dovrebbe essere l'esercente stesso (a sue spese) a far pubblicare su un quotidiano locale gli estremi dell'accaduto. Capita ad esempio con IKEA, che è un colosso ma che spesso non azzecca i suoi prodotti oppure gli alimenti distribuiti nei suoi centri vendita. Ultimamente sul Secolo XIX, IKEA ha pubblicato il ritiro di una tazza che a contatto con un liquido bollente si rompeva, in questo caso qualcuno si è anche fatto male, ma non per questo IKEA non vende. I commercianti vogliono essere tutelati, ma i consumatori hanno il diritto di sapere e giudicare di chi fidarsi oppure no, del resto è più facile finire in prima pagina per un divieto di sosta che per aver provocato una dissenteria colossale a qualcuno".