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Imperia Golfo Dianese | 17 maggio 2013, 16:55

Imperia: Enrico Panero (Laboratorio per Imperia) lancia la proposta di fare una class action contro Equitalia, Poste, Ast e Comune

"Pertanto, analizzata la finalità dell’istituto (CLASS ACTION), gli ambiti tutelati, i presupposti per promuovere l’azione si ravvisa la possibilità concreta di promuovere l’azione collettiva contro l’ inefficienza delle amministrazioni interessate e dei concessionari del servizio pubblico di riscossione attraverso la disciplina processuale prevista".

Enrico Panero

Enrico Panero

"Equitalia SpA sta inviando cartelle esattoriali per verbali della Polizia municipale di Imperia che, in molti casi, vennero già corrisposti all’ente creditore (Comune di Imperia).

Se da un lato è possibile richiedere ed ottenere la sospensione del pagamento delle “cartelle pazze” (laddove si dimostri che il pagamento è già stato effettuato, ovvero vi sia prescrizione o decadenza del credito), dall’altro è inammissibile che gli enti non si confrontino tra di loro verificando la fondatezza delle richieste indirizzate al cittadino.

Lo scrive il candidato al consiglio comunale del "Laboratorio per Imperia" Enrico Panero. L’elevatissima tensione sociale in cui vive il Paese impone a tutti, ognuno per le proprie competenze, la massima attenzione nel rapporto cittadino/amministrazione.

Non è accettabile che provvedimenti illegittimi vengano notificati al cittadino contribuente che non solo deve sopportarne l’ingiustizia, ma anche porvi rimedio con spendita di risorse personali preziosissime.

La Costituzione italiana prevede che “i pubblici uffici sono organizzati” […] “ in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.

Tale norma, con il buon senso di chi opera in quei “pubblici uffici”, dovrebbe facilitare un necessario, quanto urgente, confronto serratissimo tra l’Ente creditore (Comune), Poste, AST ed Equitalia SpA per bloccare l’invio di future “cartelle pazze” nella posta degli imperiesi.

Molti dubbi afferiscono alla corretta esplicazione, oltre ad altri contenuti, di impegni assunti dagli enti interessati verso gli utenti/cittadini/contribuenti, per garantire la qualità dei servizi e l’efficienza della macchina amministrativa.

La vicenda delle “cartelle pazze” rappresenta uno dei possibili presupposti per un’azione contro la Pubblica Amministrazione, in quanto tali accadimenti comprimono i principi generali in materia di efficienza ed efficacia amministrativa.

Per la valutazione dei profili diversi per azioni in materia di entrate e spese pubbliche o penale ci si riserva, [e si rinvia], [al]l’eventuale e successiva integrazione documentale di cui entreremo in possesso.

Ciò posto, con il Decreto legislativo 20 Dicembre 2009 n. 198 (“Attuazione dell’articolo 4 della legge 4 marzo 2009 n° 15 in materia di ricorso per l’efficienza delle amministrazioni e dei concessionari dei servizi pubblici”), di introduzione della CLASS ACTION, è garantita una nuova forma di tutela degli interessi del cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione affinché possa essere ripristinato il corretto svolgimento della funzione o la corretta erogazione di un servizio di cui risultano utenti.

Pertanto, analizzata la finalità dell’istituto (CLASS ACTION), gli ambiti tutelati, i presupposti per promuovere l’azione si ravvisa la possibilità concreta di promuovere l’azione collettiva contro l’ inefficienza delle amministrazioni interessate e dei concessionari del servizio pubblico di riscossione attraverso la disciplina processuale prevista.

Nel frattempo, al fine di evitare ulteriori aggravi delle posizioni degli automobilisti coinvolti nella spiacevole (ed inammissibile) vicenda, è possibile, in ordine ai commi dal 537 al 545 dell’unico articolo della “Legge di Stabilità 2013”, arginare gli effetti delle Cartelle Pazze.

Il cittadino, infatti, può presentare una dichiarazione al concessionario provocando l’immediata sospensione della procedura di riscossione. La dichiarazione (nei fatti una domanda di autotutela) deve contenere l’indicazione delle somme, in tutto o in parte, erroneamente iscritte a ruolo poste a fondamento dell’atto emesso dal concessionario della riscossione.

L’autotutela dovrà essere inviata dal contribuente al concessionario, anche in via telematica, entro 90 giorni dalla notifica della “cartella pazza”.

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