Un nostro lettore, A.I., ci ha scritto in relazione all’abbattimento dei pini e dei platini che si trovano davanti a Santa Tecla per valorizzare il complesso storico del 1700 con il beneplacito della Soprintendenza:
“Io ormai ho fatto il callo a forza di subire ogni imposizione riguardante la gestione del bene comune rendendomi conto che il cittadino che protesta al massimo è considerato un seccatore indegno di una pur minima risposta. Tuttavia insisto nel mio commento negativo che qualcuno potrebbe anche condividere. Gli alberi e il verde in generale a Sanremo non hanno mai avuto vita facile, malgrado la sbandierata nomea di ‘città dei fiori’ buona ormai solo quale esausto richiamo pubblicitario. Ne è un esempio recente l'abbattimento dei pini con sostituzione di onnipresenti palme in via Privata Barabino dove era troppo difficile modificare marciapiedi facendo convivere alberi ed esigenze pedonali. Ne consegue che da parte del Comune per un cambio di rotta le aspettative sono nulle ma che la Soprintendenza avalli il taglio di alberature in zona centralissima perché non consentono di ammirare questa magnificenza che tutti ci invidiano del Forte Santa Tecla mi sembra a dir poco una solenne castroneria. Qualcuno riesce a immaginarsi la facciata del forte in piena vista? Basta guardare il lato verso Porto Vecchio. Un tetra parete in pietra con grate in ferro alle finestre che rimanda a al triste periodo quando era una prigione e ancor prima grazioso regalo dei genovesi (la Soprintendenza non c'era ancora) che la costruirono abbattendo un quartiere e con i cannoni rivolti verso la città. Sinceramente io potessi di pini la circonderei per poterne vedere solo il minimo indispensabile”.














