Politica - 22 aprile 2013, 15:30

Sciopero dei dipendenti della Banca Popolare di Vicenza: oggi tutte chiuse le filiali in Liguria

“Se poi corrispondessero a verità le affermazioni che ci provengono da diverse aree – terminano i sindacati - ovvero che si sono fatte minacce di ritorsioni nei confronti di chi avesse partecipato allo sciopero e si sono spostati colleghi per consentire di aprire filiali che altrimenti sarebbero rimaste chiuse, allora la nostra risposta non potrà che essere ancora più dura”.

Grande successo nella nostra regione dello sciopero proclamato unitariamente dai dipendenti della Banca Popolare di Vicenza in Liguria. Tutte le cinque filiali della Banca presenti erano chiuse al pubblico.

“Lo sciopero – evidenziano i sindacati - è stato indetto per protestare contro l'atteggiamento di ottusa arroganza della Banca, che a fronte di risultati positivi, oltre 100 milioni di utile, in controtendenza rispetto a quanto fatto registrare dalla maggior parte del settore, nega il giusto riconoscimento dell’impegno profuso dai lavoratori e dalle lavoratrici”.

Il sindacato chiede e continuerà a chiedere dopo quest'ottimo risultato con ancora maggiore forza:
- l'allentamento delle eccessive pressioni commerciali, che spesso si traducono in spinte a vendere sempre e comunque i prodotti suggeriti dalla Direzione anche quando si tratta di prodotti finanziari complessi, diminuendo così le tutele nei confronti della clientela.
- la piena applicazione degli accordi aziendali sul part-time, oggi disattesi dalla banca, che consentirebbero di venire incontro ai bisogni quotidiani delle persone, in particolare donne con figli piccoli o impegnate in attività di cura. L’applicazione – proseguono i sindacati - si tradurrebbe peraltro in un risparmio per l'Azienda.
- la corresponsione di un adeguato premio di produttività, che è invece stato azzerato non per rafforzare patrimonialmente la banca ma per aumentare il dividendo degli azionisti e le prebende dei manager.

“Se poi corrispondessero a verità le affermazioni che ci provengono da diverse aree – terminano i sindacati - ovvero che si sono fatte minacce di ritorsioni nei confronti di chi avesse partecipato allo sciopero e si sono spostati colleghi per consentire di aprire filiali che altrimenti sarebbero rimaste chiuse, allora la nostra risposta non potrà che essere ancora più dura”.