Lo storico Andrea Gandolfo, ricorda la figura del sanremese Andrea Gerbolini.
"Il 6 aprile scorso è caduto il centenario della nascita di un nostro concittadino che forse i più non avranno neanche mai sentito nominare, ma che eppure rappresenta una piccola “gloria” locale, non foss’altro per essere una delle cinque medaglie d’oro al valor militare di Sanremo, oltre ad essergli stata dedicata la sezione matuziana dell’Associazione Nazionale Combattenti. Si tratta del tenente Andrea Gerbolini, caduto eroicamente sul fronte russo nel gennaio 1943. Eccone, in breve, la sua storia: Andrea Gerbolini nacque a Sanremo il 6 aprile 1913 da Giuseppe e Anna Bottini. Dopo aver frequentato il Liceo «Gian Domenico Cassini», si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, per essere quindi ammesso, quale allievo ufficiale, alla Scuola di Bassano del Grappa nell’agosto 1939. Nominato sottotenente di complemento e destinato al 1° Reggimento degli Alpini, partecipò nel giugno 1940 alle operazioni di guerra sul fronte occidentale con l’8ª Compagnia mitraglieri del Battaglione «Pieve di Teco». Trattenuto sotto le armi, passò poi col suo reparto sul fronte greco-albanese, dove combatté dal dicembre 1940 all’aprile 1941. Rientrato in Italia, nel maggio dell’anno successivo venne promosso tenente e in agosto partì per la Russia. Nel corso di un’attacco da parte delle truppe sovietiche, venne gravemente ferito, e, dopo essere stato soccorso sul terreno dal nemico il 25 gennaio 1943, morì a distanza di pochi giorni in una prigione da campo. Per l'eroico comportamento tenuto durante l’attacco delle forze russe, gli venne quindi conferita una medaglia d’oro al valor militare, la cui motivazione è così concepita: «Ufficiale di elevate virtù militari e patriottiche, valoroso reduce della guerra greco-albanese. Durante il ripiegamento dal Don, effettuatosi in condizioni di clima particolarmente avverse, dava ammirevole esempio di spirito di sacrificio prodigandosi oltre ogni dire per tenere sollevato l’animo dei suoi alpini. Dopo una estenuante marcia notturna, attraverso campi di neve guidava con rara perizia e capacità, la compagnia, della quale era il comandante interinale, nell’attacco di una solida posizione nemica. Incurante della violenta reazione di fuoco, piombava sui difensori travolgendoli. Nella notte successiva, alla testa dei suoi alpini, che da lui traevano anima e forza, disperdeva, con incontenibile impeto, agguerrite forze che avevano sferrato un improvviso e furioso attacco alla colonna con la quale si trovava in movimento. Rimasto isolato col suo plotone durante una successiva azione contro un villaggio fortemente presidiato, benché minorato per congelamento agli arti inferiori, opponeva estrema disperata resistenza al soverchiante avversario, animando gli alpini col suo indomito valore, finché cadeva colpito gravemente. In conseguenza della ferita decedeva in prigionia serbando la serenità dell’eroe. – Fronte russo, 17-25 gennaio 1943». Nel dopoguerra gli è stata intitolata la sezione di Sanremo dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci".