Eventi - 17 aprile 2013, 11:03

San Lorenzo al Mare: grande successo sabato scorso per Laura Curino al 'Teatro dell'Albero

Dopo un'ora filata senza respirare e parecchi lucciconi finali ha applaudito a lungo, senza risparmio, tributando all'Attrice e all'Autrice la più convinta delle standing ovation. Meglio di così la stagione dell'Albero non poteva proprio cominciare.

Laura Curino ha paralizzato il pubblico affluito al Teatro dell'Albero, sabato scorso, portando in scena ‘Scintille’, la storia di una madre e due sorelle, perite nel rogo della factory Triangle Waistshirt Company nel 1911, episodio che segna una svolta tragica ma decisiva nella storia del lavoro femminile.

‘Scintille’ è un testo di grande forza evocativa scritto da Laura Sicignano che è direttrice e regista del Teatro Cargo di Voltri (www.teatrocargo.it) e che ha appena vinto il premio ‘Face à Face. Parole d’Italia per scene di Francia’, un progetto dell'Istituto culturale italiano di Parigi, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività culturali e con gli istituti culturali italiani di Marsiglia e di Grenoble. Il testo ricostruisce la storia personale di una famiglia di italiani immigrati a New York di cui le due figlie e la madre stessa trovano lavoro nella fabbrica newyorchese ospitata all'ottavo piano di un grattacielo, che diventerà la tomba di 146 ragazze e bambine, priva com'è di ogni più elementare dispositivo di sicurezza, il 25 marzo 1911, quasi all'ora di chiusura.

Laura Sicignano colloca la vicenda in un contesto di rivendicazioni sacrosante che riguardano la sicurezza dell'ambiente di lavoro e il salario ("ci hanno tolto 2 dollari, chissà perché")  e Laura Curino offre tutta la sua arte nel dare voce alle tre protagoniste, Lucia ventenne, Rosa quattordici anni e la loro madre che racconta la vicenda con una sobria ruvidezza, come fosse una sorta di madre Courage, vittima di un destino segnato già dalla partenza dall'Italia.

La voce di Laura Curino si addolcisce quando entra con delicatezza nei personaggi delle figlie, specialmente Rosa, la più piccola, timida e riflessiva a confronto della sorella Lucia  intraprendente e coraggiosa che già frequenta le riunioni sindacali.

In un incessante trafficare fra stoffe, fili, forbici e macchina da cucire la madre rievoca la vicenda propria e delle figlie fino alla scintilla che appiccherà l'incendio e la dividerà da loro.

La voce dell'Attrice, infaticabile come le sue mani, scivola impercettibilmente da un personaggio all'altro, caratterizzandolo con inflessioni leggere ma inconfondibili. Il finale è un momento di rara emozione: nel più grande e profondo silenzio  che si sia mai sentito a teatro, seguiamo il volo di Rosa dall'ottavo piano (unica alternativa al finire bruciata), in un planare di pensieri semplici e straordinari nello stesso tempo che, proprio perché ultimi, assumono un valore assoluto di testamento spirituale. Resta la madre, che tornerà a lavorare in quella fabbrica e a chiedersi "come ho potuto dimenticare le mie figlie?", mentre riprende le occupazioni di ogni giorno, spingendo sui pedali della macchina da cucire.

Lo spettacolo ha debuttato al festival di Borgio Verezzi nel 2012, dopo 12 giorni di prove intensissime nella sede del teatro Cargo a Voltri, ma poi continuamente pensato, elaborato, raffinato e provato, spettacolo dopo spettacolo: una maturazione lenta e costante che riflette bene quanto che ci ha detto Laura Curino: "la bellezza è un esercizio quotidiano". Grande effetto anche per la messa in scena, essenziale, di un semplice laboratorio di sartoria in cui le camicette diventano corpi appesi alle finestre, opera di Laura Benzi e il disegno luci di Tiziano Scali.

Il pubblico ha accusato il colpo. Dopo un'ora filata senza respirare e parecchi lucciconi finali ha applaudito a lungo, senza risparmio, tributando all'Attrice e all'Autrice la più convinta delle standing ovation. Meglio di così la stagione dell'Albero non poteva proprio cominciare.