Sabato 20 aprile, dalle 15 alle 20, presso l'Oratorio di San Giovanni Battista a Pieve di Teco, si svolgerà un interessante convegno dal titolo ‘La Sacra Sindone e i Templari’, organizzatp dal dott. Massimo Sasso in collaborazione con i Lions Club: Nava Alpi Marittime, Arma e Taggia. Riva, S. Stefano, Golfo delle Torri e Valle Argentina. I relatori saranno Camilla Camplani e Mauro Giorgio Ferretti.
Per fare un viaggio è sufficiente disporre di una finestra. Lo raccontiamo spesso ai nostri bambini ai quali la fantasia non manca di certo, perché sappiamo che è nostro preciso dovere coltivarla per aiutarli a sognare. Noi, che siamo maturi (quando va bene) di finestre ne abbiamo avute tante a disposizione e di viaggi ne abbiamo fatti forse troppi. Poi siamo diventati pigri e distratti e difficilmente abbiamo conservato la capacità di guardare attraverso quelle finestre. Eppure sarebbe così importante.
Sabato 20 aprile Camilla Camplani e Mauro Giorgio Ferretti apriranno una finestra per noi e ci guideranno, insieme con i Cavalieri Templari, in un bellissimo viaggio attraverso uno dei più sensazionali miti della nostra Storia: “un viaggio che incomincia nel 1119, novecento anni fa. Custodi dei luoghi sacri e protettori dei pellegrini lungo le insidiose vie che conducevano a quei luoghi, i Templari svilupparono servizi di assistenza ai viaggiatori talmente geniali e moderni da portarli a essere raffinati imprenditori, oltre che religiosi e soldati. Questa, in ultima analisi, la vera ragione dell’odio che portò alla loro fine. O così almeno si è voluto far credere. In realtà, quel rogo che bruciò l’ultimo dei Poveri Compagni d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone non fu capace di cancellare lo spirito di quegli uomini né le vigorose impronte che essi hanno lasciato in due secoli di storia. Anzi, ha reso più facile la nascita del loro mito. Noi vogliamo camminare per un po’ al loro fianco. Vorremmo capire quanto la cristianità debba loro per aver protetto la Sacra Sindone, permettendo all’umanità tutta di poter venerare la più grande reliquia della Storia. Crediamo sia il modo migliore per rendere onore alle loro anime pie e a tutti coloro che oggi, pur in un contesto storico tutt’affatto differente, ripercorrono lo stesso cammino di fede e rinnovano i valori che furono alla base dei Poveri Compagni d’Armi dell’anno mille”.