Ecco l'opinione di Maurizio Scandurra sulla seconda serata del 63° Festival della Canzone Italiana: "Protagonista assoluto dell'attenzione del pubblico della seconda serata è stato il gruppo di Elio e le Storie tese: bel pezzo, originale, forte espressione di gusto e teatralità per un'Italia che ha bisogno di qualche sorriso in più, dato il momento in atto. La loro esibizione mi ha fatto tornare alla mente, per certi versi, la storica partecipazione di un grande della nostra tv, amato dal pubblico ma troppo spesso dimenticato, quale il caro amico Gigi Sabani. Nel 1989 calcò il palco di Sanremo con la canzone La fine del mondo, arrivando penultimo ma divertendo il pubblico cantando l'ultima sera imitando una ventina di personaggi, da vero erede di Aligheiro Noschese, il padre di tutti gli imitatori italiani dalla vita piena di misteri. Quel brano glielo confezionò con amicizia, su misura come un vestito sartoriale, Toto Cutugno, indiscusso e valente autore più apprezzato all'estero che in Italia, cui sono lieto della scelta dettata dal buonsenso di avergli giustamente tributato in apertura di kermesse il Premio alla Carriera. Ha scritto per tutti, ha partecipato al Festival innumerevoli volte, vanta successi e tour in tutto il mondo, c'era bisogno di aspettare così tanti anni per conferirgli la meritatissima onorificenza?
La coppia canora Bruni-Littizzetto? Francamente evitabile. A Franco Gatti dei Ricchi e Poveri esprimo invece a cuore aperto le mie più sincere condoglianze per la prematura scomparsa dell'amato figlio".