Il consiglio comunale di Sanremo, in chiusura della seduta caratterizzata dal 'caso incompatibilità' per i consiglieri dipendenti del casinò, ha approvato il piano di impresa della casa da gioco. Il dibattito in aula è proseguito su toni accesi, intervallato da alcuni commenti giunti dal pubblico dove sedevano numerosi dipendenti della casa da gioco armati di cartelli di protesta.
"La mia è una critica al piano di investimenti - ha detto il consigliere d'opposizione Eugenio Nocita - la prima incongruenza è nelle stime degli introiti che indicano per questo 2013 un incasso finale di circa 44 milioni di euro. Se infatti la situazione rimane in linea con il primo mese, alla fine dell'anno il casinò incasserà a malapena 38 milioni. Il piano di investimenti prevede poi di aggravare il conto economico con il finanziamento di 7,5 che non sappiamo come venga garantito. Forse con beni pubblici ? Pagare questo investimento costerà alle casse del casinò un ulteriore milione all'anno per 10 anni".
"Questo è un piano di impresa insufficiente e tardivo - è intervenuto il consigliere comunale d'opposizione Massimo Donzella - Insufficiente per le risorse relative alle spinte per lo sviluppo ed il rilancio della casa da gioco. Si è scivolati dai 40 milioni di euro di pochi anni fa, quando la situazione era migliore di quella odierna, agli attuali 7 milioni di investimenti. In quattro anni il casino ha perso 33 milioni di euro di incassi senza che quest'Amministrazione Comunale facesse nulla. Non c'è stato infatti alcun investimento".
"Questo documento è stato portato dall'ex presidente Giuseppe Di Meco che due mesi fa è stato fatto dimettere e non gli è stato permesso di portare a compimento il suo piano di impresa. Questa Amministrazione ha fatto una gestione diretta per quattro anni e non l'ha lasciata al cda. Entrando nel merito di alcuni settori credo che l'on line sia il futuro del casinò ma necessita di milioni di investimenti - ha concluso Donzella - Ritengo poi che i controllori comunali siano imprescindibili per la casa da gioco".
"Gli investimenti in realtà ci sono e sono di circa 7 milioni - ha risposto il consigliere Massimo Rossano del Pdl - In questi investimenti c'è, per esempio, grande attenzione per le slot. I giochi on line in questi anni hanno comportato più un costo che una redditività. Non dimentichiamo la figura di Lefevre che è stato un costo vivo, con un contratto molto particolare, fino a pochi mesi fa. La società è nata sottocapitalizzata, con questo piano di impresa si tende a darle una giusta capitalizzazione. ".
"Le previsioni sono già sbagliate in base ai primi risultati dell'anno - ha detto il consigliere d'opposizione Alessandro Sindoni - Le banche quando leggeranno questo piano di impresa non concederanno i mutui. Io credo che l'esodo sia qualcosa da portare avanti, pur con attenzione. Forse non va più bene il sistema dei porteur così come è adesso, magari è meglio ordinarlo con altri contratti più controllati. Penso che questo sia il tempo delle scelte. Se ci sono incapaci che costano, bisogna prendere la responsabilità di mandarli a casa".
"Ho presentato alcuni emendamenti ma, dal clima che ho sentito questa sera, credo che non avranno grandi possibilità per essere votate, si dice anche per una questione tecnica - ha detto Marco Lupi della Lega Nord - Ritenevo che, in realtà, ci venisse chiesto questa sera di dare un contributo a questo documento e non di essere dei semplici passacarte. Cinque emendamenti li ritiro e li trasformo in odine del giorno, per evitare che qualcuno non lo voti dicendo che non spetta ai consiglieri entrare nell'amministrazione della casa da gioco. Mantengo quello dei porteur. Mi rendo conto che questi facciano i signori e lascino laute mance,pur poi non pagamento visto che avevamo accumulato una cifra di otto milioni di crediti, ma è molto pericoloso. E' inutile allargare le maglie se poi non si riescono a recuperare i crediti. Quindi si sappia che siamo contro i porteur. Il debito di gioco poi non è anche esegibile per legge, quindi rimanevamo così".
Non è mancato un colpo di scena finale, quando il capogruppo del Pdl Giuseppe Sbezzo Malfei ha annunciato le intenzioni di voto. "La pratica sarà votata favorevolmente - ha detto - mentre su ordini del giorno ed emendamento lasciamo libertà ai singoli consiglieri". Frase che ha scatenato l'ira del consigliere Massimiliano Moroni che, dopo la questione incompatibilità, ha seguito l'assise seduto tra il pubblico. "No, allora rientro in aula - ha detto Moroni alzandosi in piedi ed avvicinandosi nuovamente verso i banchi dei consiglieri - gli accordi erano diversi" facendo intendere un accordo del Pdl a votare in maniera compatta contro le proposte della Lega Nord.
Alla votazione finale, comunque, tutte le proposte della Lega Nord sono state bocciate tranne quella relativa allo spostamento di tutti gli uffici nella sede principale. In risposta Marco Lupi e Nicolino Del Sole si sono astenuti sulla votazione finale relativa a tutto il piano di impresa. Una seduta che ha quindi fatto emergere una tensione ed una divergenza di vedute sul casinò tra la Lega Nord e il Pdl.