Imperia Golfo Dianese - 06 febbraio 2013, 20:51

Porto Turistico e sviluppo del territorio: la riflessione del candidato Pasquale Indulgenza (Rivoluzione Civile)

“Come è possibile – conclude il candidato - che non si parli di cosa si intende fare del nostro fronte mare, a fronte dell'annunciata intenzione di una nuova variante urbanistica?"

Pasquale Indulgenza

Pasquale Indulgenza, ex capogruppo PRC al Comune di Imperia, Comitato Politico Regionale PRC Liguria e candidato alla Camera dei Deputati per Rivoluzione Civile interviene con una nota sul Porto Turistico e lo sviluppo del territorio chiedendo di fare chiarezza sulle prospettive.

“La vicenda del porto turistico sta diventando sempre più, ogni giorno che passa, una questione che sembra debba riguardare solamente managers, imprenditori e banche – spiega Pasquale Indulgenza - Non è così: è necessario e urgente, come, a partire dall'esaurimento anticipato dell'amministrazione Strescino, abbiamo detto decine di volte, che essa sia finalmente acquisita alla discussione pubblica, al confronto aperto di cui primi attori e titolari sono i cittadini imperiesi. Il neo presidente Argirò si rivolge ora ad Enrico Bondi per affrontare la delicata e controversa questione dell'ipoteca gravante sul nuovo bacino. Mi si faccia anzitutto dire che questo  incarico ad un esperto quasi ottantenne dimostra quanto relative - e in parte pretestuose - siano certe 'tirate' giovanilistiche, sovente provenienti anche dal'interno del mondo imprenditoriale, sulla necessità di smettere 'vecchie' risorse per far posto a più fresche energie nella gestione della cosa pubblica. Ma tant'è: con una scelta legittima, ma che personalmente non trovo elegantissima, si ricorre ad un anziano signore che, nominato da Mario Monti commissario per la "razionalizzazione della spesa", vi ha recentemente rinunciato per dedicarsi al ruolo di supervisore delle liste del neonato movimento elettorale "Monti per l'Italia".

"Ma, venendo al merito della faccenda – precisa il candidato - e fuori da formule generiche che stanno diventando come rituali nella comunicazione pubblica, quale si ritiene che sia il "corretto punto di equilibrio, nell'interesse del porto e della città"? Il gravame dell'ipoteca ottenuta dalle banche, ma anche gli inquietanti interrogativi emergenti riguardo alle fideiussioni, cioè alle garanzie pubbliche sulle opere a scomputo (spiaggia artificiale, pista ciclabile, ecc.) sono aspetti sostanziali che denunciano clamorosamente le assurdità commesse all'origine dell'intero affare. Perciò noi pensiamo che la "Porto di Imperia" non possa più mantenere il suo ruolo e vada superata da decisioni pubbliche che prendano il toro per le corna e vadano alla radice del pasticcio che è stato combinato ricominciando su altre basi un nuovo corso”.

Secondo il candidato Indulgenza inoltre “L'altro punto da portare in chiaro, sul quale stiamo insistendo da mesi e mesi, è che la discussione sulle soluzioni di ordine societario e quindi sull'esperimento o meno di possibili rimedi transattivi non può non corrispondere alla discussione su come intervenire su un porto che così com'è, per dimensioni e squilibri nelle funzioni che ospita, rimane comunque insostenibile sul piano gestionale e produttivo, oltre che ambientale, per il nostro contesto territoriale”. 

“Insomma – si chiede Indulgenza - si vuole o no mettere mano ad un ridimensionamento che ottenga principalmente di restituire spazi e prerogative a quelle funzioni che sono state pesantemente mortificate nella realizzazione del progetto, tutto sbilanciato a favore delle grandi barche e degli interessi immobiliari? Parliamo della cantieristica, ma anche della nautica minore e sociale. Che cosa si pensa, in concreto, della possibilità di restituire alla città il bacino storico di Porto Maurizio, dissennatamente conglobato nel megascalo progettato, e, così, di restituire ai tanti appassionati titolari di piccoli natanti, residenti e visitatori, gli spazi di cui godevano un tempo, a condizioni peraltro ben altrimenti accettabili?  A monte di tali questioni, va posto un punto fermo, non più aggirabile: vogliamo studiare insieme per davvero una uscita dalle secche in cui una classe dirigente (politica ed economica) irresponsabile e incompetente ha precipitato la città e il territorio che consenta al porto di essere concluso, agli investimenti necessari di poter essere fatti credibilmente e alla città di dotarsi di risorse benefiche per l'intera collettività, o vogliamo mantenerci in logiche che, pur virtuose nelle specifiche intenzioni, eludono il fatto che occorre affermare una parola sullo sviluppo del territorio del tutto diversa - per capirci definitivamente - da quella che eloquentemente si esprime nelle aspettative del gruppo Colussi di ottenere una ulteriore espansione delle opportunità di realizzo immobiliare, a nostro avviso già eccessive, presso l'enorme area delle ex Ferriere, cioè in continuità con l'area del nuovo bacino portuale?".

“Come è possibile – conclude il candidato - che non si parli di cosa si intende fare del nostro fronte mare, a fronte dell'annunciata intenzione di una nuova variante urbanistica di chiarissimo significato da parte del gruppo proprietario dell'ultima produzione industriale di rilievo rimasta in città? Insomma: quale sviluppo pensiamo in concreto di portare avanti? Quale economia del mare? Quale portualità? Quali sbocchi occupazionali? Ci piacerebbe che Confindustria Imperia e il suo direttore, di cui riconosciamo l'impegno che sta profondendo, si pronunciassero su questo piano di chiarezza, che è anche il piano sul quale realisticamente i grandi e gravi problemi locali in argomento possono e devono essere considerati contestualmente e non separatamente”.

Redazione