Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato "da stracristiano" e di chi invece non "ha abbassato la testa". Parlano, gli uomini della 'ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia 'ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l'imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la 'ndrangheta è "la più bella cosa perché ha le più belle regole": ha rituali, precetti, norme, principi.
"Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati" dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: "non si sgarra e non si scampana", "chi tradisce brucerà come un santino", "la famiglia è sacra e inviolabile".
Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord (Lombardia, Emilia, Piemonte, ma anche e soprattutto Liguria, come attestano le cronache nel savonese e nell’imperiese) non ha mutato gli equilibri di un'organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro nell’edilizia, aprono ristoranti e locali in pieno centro città, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, "la forza è là, la mamma è là", le radici della 'ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell'Aspromonte.
Nicola Gratteri (Gerace, 1958) è attualmente Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Attualmente è uno dei magistrati più conosciuti della DDA. Impegnato in prima linea contro la 'Ndrangheta, la criminalità organizzata calabrese, vive sotto scorta dall'aprile del 1989. Il 21 giugno 2005, il ROS dei Carabinieri ha scoperto nella piana di Gioia Tauro un arsenale di armi (un chilo di plastico con detonatore, lanciarazzi, kalašnikov, bombe a mano) che sarebbe potuto servire per un attentato ai danni di Gratteri. Probabilmente è colui che conosce meglio le distorsioni del sistema penale/investigativo/penitenziario che permettono alle tre grandi mafie italiane di prosperare. Ha partecipato a programmi televisivi di Raitre per la presentazione dei suoi libri: Fratelli di sangue, La Malapianta e La giustizia è una cosa seria e dove ha evidenziato come alcuni piccoli cambiamenti (senza grossi costi) possano far ridurre drasticamente gli inconvenienti connessi alla trasmissione delle notifiche e all'uso strumentale delle intercettazioni. Nel novembre 2011 ha pubblicato un altro libro (assieme al giornalista Nicaso) "la mafia fa schifo" dove sono raccolti pensieri e lettere di ragazzi sul tema mafia, Gratteri da sempre è molto sensibile all'utilizzo dello strumento di educazione dei giovani e giovanissimi come valida prevenzione nella lotta alla mafia a tal fine viaggia nel mondo della scuola e dell'università, in Italia e all'estero, per incontrare i giovani e spiegar loro il perché non "conviene" essere ndranghetisti.
Antonio Nicaso (Caulonia, 1964) è un giornalista, scrittore, ricercatore e consulente italiano, uno dei massimi esperti di 'ndrangheta a livello internazionale. Tiene corsi estivi di storia della questione meridionale e storia delle organizzazioni criminali per post laureati al Middlebury College (Vermont, USA). È autore di diversi libri tra cui alcuni bestseller internazionali che sono stati tradotti in diverse lingue. Nel 1995 ha pubblicato Global Mafia, un libro che per la prima volta ha introdotto e spiegato il concetto di partenariato criminale. Vive e lavora in Nord America. È componente dell'International Advisory Council dell'Istituto italiano di Studi Strategici Nicolò Machiavelli (Italia) e del Comitato Scientifico del Nathanson Centre on Transnational Human Rights, Crime and Security, all'Università di York (Canada). Nel 2012 è stato nominato condirettore del Centro di Semiotica Forense presso il Victoria College dell'Università di Toronto. Nicaso ha anche collaborato con saggi alle seguenti raccolte: Utopia e rivoluzione in Calabria: scritti in onore di Enzo Misefari (1993), Un'altra Calabria: lo sviluppo della regione nelle idee dei calabresi della diaspora (1997), Organized Crime & Money Laundering: The Globalization Revolution - A Business Reference for the 'New Economy' (2001), La scuola Italiana di Middlebury (1996-2005) - (2005) e Chromosomes, a project by David Cronenberg (2008).