Al Direttore - 22 novembre 2012, 12:27

Enduro nell'entroterra: ancora un intervento di un lettore

Il nostro lettore Claudio Ristagno scrive per intervenire riguardo alla discussione dell’enduro nelle strade del nostro entroterra.

Il nostro lettore Claudio Ristagno scrive per intervenire riguardo alla discussione dell’enduro nelle strade del nostro entroterra.

“Gentilissima lettrice Marilena, lei cita ‘ferite’ del nostro territorio che sono ascrivibili all'uso dei motociclisti, ovviamente sarebbe troppo facile per me rispondere di altrettante ferite e devastazioni perpetrate sul territorio da parte di scelte scellerate, in primis della classe politica.

Mi limito a dire che molte di queste sono indelebili e che saranno lasciate in eredità ai nostri figli, le citerei solo perché avvallate da leggi e quindi in teoria volute dalla società. Penso ai condoni edilizi che hanno lasciato brutte case sul territorio, penso ai piani regolatori degli anni del boom economico, la creazione di porti di cui si è fatto credere da sempre alla popolazione che avrebbero rappresentato una risorsa economica incredibile. Ma potremmo parlare di cosa si è fatto per diminuire l'uso di pesticidi e coloranti in agricoltura e floricoltura, di quanto si è fatto per la differenziata, si è mai pensato di rimuovere vecchie carcasse di auto che ogni tanto si trovano nei boschi?

Le alluvioni che devastano le nostre città e paesi costieri sono il frutto dei dissesti idrogeologici di qualche motociclista o piuttosto della mancata pulizia degli alvei fluviali, dei restringimenti degli stessi, della creazione di ponti senza caratteristiche idonee, della impermeabilizzazione del suolo senza nessuna regimentazione delle acque o dell'abbandono progressivo del territorio che una politica miope non ha cercato di frenare?

Lei stessa con enfasi rimarca che avete vietato anche la strada bianca che dalla galleria di San Romolo porta a Baiardo, e quindi chiedo se sarebbe giusto se fossi sanzionato se la stessa strada la percorressi con il mio scooter?

Vede Marilena, spesso chi fa politica si dimentica che dovrebbe essere equidistante dalle varie posizioni e che dovrebbe governare nell'interesse di tutti. Noi siamo sporchi, facciamo rumore e siamo facilmente identificabili, quindi facile bersaglio. A dire il vero, impegnato dal lavoro, riesco ad andare in moto molto poco, ma per come sono fatto, per il modo in cui spendo la mia vita, non mi va di essere criminalizzato semplicemente per una mia passione.

La storia della mucca, se fosse vera, sarebbe deprecabile ed è da condannare quanto la volpe a cui si è sparato e poi lasciata marcire nel bosco.

Io non sono certo portavoce di nessuno, parlo per me e per i comportamenti del mio gruppo, ma non ho mai avuto esitazioni nello spegnere il motore e parlare con chiunque. Convinto assertore che il dialogo sia sempre utile devo dire che spesso, come anche il tono conciliatore del lettore Augusto, alcuni incontri nati ostili si sono conclusi con sorrisi.

Vede vietare ogni cosa non vuol dire affrontare il problema, vuol dire al contrario ignorarlo, non volerlo conoscere, e le regole devono scaturire da un tavolo, dove si potrebbe parlare non di divieti ma di concessioni. Si potrebbe parlare di obblighi ma anche di diritti, di quote associative e di mille altre iniziative.

Io, conscio dell'inutilità di tali scritti, ho rubato del tempo al mio lavoro non per convincere qualcuno, ma per far capire a chi legge e sta seguendo questo scambio di battute, che non stiamo parlando di scavezzacolli scellerati che il loro unico fine sia devastare tutto e inimicarsi il mondo”.

Direttore