Il Governo, per snellire l'apparato e ridurre la spesa pubblica, ha deciso di intervenire drasticamente sugli Enti, accorpando alcune realtà come per esempio le Province di Imperia e di Savona. Prima però sarebbe stato necessario attuare una reale semplificazione della burocrazia, eliminando i molti passaggi che hanno l'unico risultato di appesantire tutto il sistema. E' infatti proprio il complicato iter procedurale che, riversandosi direttamente sulle imprese, comporta un freno allo sviluppo.
Un problema quello della burocrazia che, oltre a costare molto sembra non essere neanche sempre efficiente, a livello locale è molto presente. Ne è una testimonianza l'ultima dall'analisi elaborata dall'Ufficio studi di Confartigianato su dati Sose-Ministero dell'Economia che ha misurato l'incidenza degli sprechi del mal funzionamento degli enti locali. Con una spesa di 150 euro pro capite, relativa al personale per “funzioni generali di amministrazione di gestione e di controllo nei Comuni”, la Liguria si piazza al 5° posto in Italia per l'incidenza delle spese per abitante.
Andando ad approfondire i dati emerge poi che Imperia risulta essere la prima provincia ligure, e la 21° in Italia, per media di inefficienza delle macchine comunali con il 26,08%. Seguono La Spezia (27° con il 25,35%), Savona (28° con il 25,27%) e Genova (68° con il 22,21%).
In Liguria la spesa per il mantenimento della macchina burocratica è di 243 milioni di euro all'anno e si è calcolato che, con gli opportuni interventi, si potrebbe ottenere un risparmio del 34,1%, equivalente a 83 milioni in totale e di 51 euro per abitante. Dallo snellimento dell'apparato burocratico sarebbe possibile recuperare risorse da dedicare, per esempio, alla riduzione della tassazione sulle imprese e all'offerta di welfare locale che oggi, con i tagli della spending review, è decisamente sotto adeguato rispetto alle richieste della popolazione.