Politica - 21 novembre 2012, 07:14

Anga Imperia: "Le sabbie mobili delle imposte fiscali distruggono l'economia agricola del ponente ligure"

"Nel silenzio più assoluto e nell'indifferenza della Nazione si attua, alle spalle delle imprese agricole, un colpo basso all'economia di un settore già profondamente provato".

A seguito delle allarmanti dichiarazioni del Presidente di Confagricoltura Mario Guidi nell’editoriale dell’ultimo numero di ‘Mondo Agricolo’, il periodico della confederazione anche la sezione Anga di Imperia intende esprimere il proprio pensiero in merito.

"Nel silenzio più assoluto e nell'indifferenza della Nazione si attua, alle spalle delle imprese agricole, un colpo basso all'economia di un settore già profondamente provato. Come ben specificato da Guidi 'il combinato disposto di un aumento del 15% di imposizione sui redditi dominicali e di un altro 15% sul reddito agrario, sommato all’aumento dell’Iva, all’Imu che a Sanremo, Camporosso e Vallecrosia ha l'aliquota massima del 10,6 per mille, alla serie di incrementi di tasse che abbiamo subito come tutti gli altri imprenditori significa pagare il triplo di quanto si pagava prima'. Una condizione quella dell' Imu in particolare che, qualora non venga modificata, porterà alla distruzione di un sistema che negli ultimi hanno stava cercando di risollevarsi nonostante le difficoltà oggettive presentate da un territorio non facile e dalla sempre crescente concorrenza ma che rischia di colare a picco sotto il gravame fiscale proposto dalle ultime disposizioni” dichiara Marco Damele, responsabile dei giovani di Confagricoltura di Imperia ribadendo il sostegno al pensiero del Presidente Guidi.

"Parlare di questi temi - prosegue Damele - spesso non interessa le masse ed invece dovrebbe perché le tasse aumentano in tutti i campi e non solo nel nostro. Piccoli addizionali, percentuali che sembrano irrisorie ma che sommate tra loro aumentano il peso fiscale su ciascun cittadino e di non poco. Ci si domanda dunque se l'attività di sostegno alle imprese fatta negli ultimi decenni sia stata tutta una farsa se ora si contribuisce a distruggere quanto fino ad ora creato con grandi sforzi ed impegni sia dei singoli che del sindacato andando ad applicare imposte anche in forma retroattiva. Da parte nostra il problema è ancora più grave perché il territorio in cui viviamo ed operiamo ed il settore trainante della nostra economia agricola, la floricoltura, è talmente delicato e soggetto a mutamenti che costituisce di per sé un equilibrio precario. Andare a gravare ulteriormente il nostro lavoro significa incentivare la chiusura delle attività e lo stallo di un intero comparto economico. Forse, prima di agire, sarebbe opportuno che i nostri amministratori analizzassero il tessuto economico nazionale e la difficoltà che certi settori fanno per sopravvivere ed invece di destinarli a morte certa li sostenessero e promuovessero al fine di contribuire alla rinascita di quell'Italia e di quel made in Italy, di quel " Fiore di Sanremo " tanto sbandierato ma che spesso è solo uno status symbol con il quale molti si riempiono la bocca".

Indicativamente in base ai censimenti passati in provincia di Imperia nel 2010 (ultimo censimento) ci sono circa 3100 aziende floricole, ma nel 2000 erano 4600. Nello specifico a Camporosso nel 2010 operano 108 aziende floricole. Basti pensare che nel 1990 a Camporosso le aziende floricole erano 184, nel 2000 erano 123 aziende. Un dato significativo è la superficie destinata alla floricoltura nel comune di  Camporosso. Nel 2000 era di 125 ettari, nel 2010 (ultimo censimento) la superficie è scesa a 89 ettari.