"L’impianto di riscaldamento di Palazzo Borelli che ospita gli uffici comunali, quelli delle Poste, dei Servizi sociali della Valle ed altri uffici, è spento. La temperatura a Pieve di Teco, nelle ore del mattino, è già scesa intorno ai cinque gradi e tutti i dipendenti sono al freddo, in grave disagio, avvolti in pile e giacconi e rischiano di ammalarsi. Questo non ci sembra ammissibile".
Lo scrivono Renzo Brunengo, Alberto Molinari, Tiziana Brunengo ed Anita Cappello del Gruppo Consiliare 'Uniti per Pieve di Teco', che proseguono: "L’incredibile situazione dipende dal fatto che l’amministrazione comunale ha da poco deciso, la delibera è stata pubblicata il 5 novembre, di trasformare l’impianto centralizzato, ora a gasolio, a combustibile metano. Considerato che i lavori, ad oggi, non sono ancora iniziati non riusciamo ad immaginare come tale operazione, peraltro discutibile, perché l’impianto esistente, costato ben 55.000 Euro, è stato realizzato nel 2008 dall’allora Commissario, possa farsi in questo periodo. Non solo, nella delibera si afferma pure che la canna fumaria presenta criticità non eliminabili e che lo scarico della combustione avviene a fatica. Ma allora, l’impianto a gas, sarà sicuro? Considerato che il locale caldaia trovasi al piano interrato, sotto gli uffici pubblici, il progetto del nuovo impianto ha già ottenuto, in modo formale, il nulla-osta dei Vigili del Fuoco per il rilascio del certificato di prevenzione incendi? Noi queste domande ce le siamo poste perché, dando per scontato che non emergano intoppi, a novembre non è certo il tempo per avviare questi lavori. Ancora una volta siamo costretti a dire che il Consiglio Comunale, il quale dovrebbe approvare progetti e programmi, è all’oscuro di tutto. La responsabilità di quanto sta accadendo è unicamente della Giunta Comunale".