Politica - 16 ottobre 2012, 18:22

Sanremo: Sbezzo "Privatizzare il casinò può essere una soluzione, ma prima rilanciamolo per non svenderlo"

"Bisogna capire quali possano essere gli sviluppi futuri, per esempio con un ritorno dei porteur o trovando nuovi canali, come peraltro sta già facendo il cda nell'organizzare tornei di poker" ha detto il capogruppo del Pdl Giuseppe Sbezzo Malfei.

Giuseppe Sbezzo Malfei

Non si è conclusa con il consiglio comunale della scorsa settimana, che ha affrontato gli equilibri di bilancio, la discussione politica a Sanremo sul casinò. La casa da gioco, infatti, rimane al centro del dibattito cittadino per cercare di capire quali siano le strategie migliori da attuare per cercare di arginare la crisi che sta pesantemente colpendo tutto il mondo del gioco tradizionale. 

"Capire quali possano essere le iniziative da intraprendere per un rilancio della casa da gioco sta nella lettura di quello che ci presenta il cda di volta in volta in consiglio - ha detto il capogruppo del Pdl Giuseppe Sbezzo Malfei - Data la drastica riduzione dei ricavi bisogna necessariamente rivedere i costi gestionali, e aumentare gli ingressi all'interno del casinò muovendo più persone possibili". 

"Bisogna capire quali possano essere gli sviluppi futuri - prosegue - per esempio con un ritorno dei porteur o trovando nuovi canali, come peraltro sta già facendo il cda nell'organizzare tornei di poker, che portano a Sanremo molte persone cui poi proporre la nostra offerta giochi. E' poi necessario ridotare la casa da gioco del capitale sociale e capire, tramite il piano di impresa, quale orientamento dare nei prossimi anni".

Capitolo a parte rimane poi quello della possibile privatizzazione della casa da gioco. Una proposta già lanciata nei mesi scorsi che però rimane sempre come una delle possibili soluzioni a questa situazione. "Io sarei anche d'accordo - interviene Sbezzo Malfei - la decisione non spetta a me, ma sicuramente deve essere presa in considerazione solo quando gli equilibri di bilancio ci saranno. Questo in modo da offrire un prodotto competitivo che possa generare un ricavo interessante per il Comune e non svenderlo".

Federico Marchi