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Eventi | 24 agosto 2012, 20:29

A Montalto lo 'ius primae noctis' promuove il turismo: dal crudele Oberto di Badalucco alla Loggia degli Sposi

Un luogo ricco di storia, arte e bellezza per ospitare le milizie degli sposi, attratti da una leggenda antica.

A Montalto lo 'ius primae noctis' promuove il turismo: dal crudele Oberto di Badalucco alla Loggia degli Sposi

Si è fatta la guerra - e che guerra - a Montalto Ligure, ora ci si fa più l'amore. Oltre alla musica, il canto, il teatro e la coltivazione di patate e bellezza. Tant'è che a Montalto vengono a sposarsi persino dal Giappone e dal Sudafrica, che mezza Europa sposta interi cortei nuziali e invade il borgo medievale nel più pacifico e allegro dei modi. Gli sposi hanno le età più diverse, ci sono le prime nozze e le coppie che hanno già provato l'ebbrezza. Arrivano con i figli o con la freschezza dell'età, gli abiti sono bianchi e lunghi, le decorazioni floreali esplosive: le milizie degli sposi - attratti da una leggenda antica - hanno a disposizione un palazzo antico e l'intero centro storico per un giorno. La voce si è sparsa e le richieste fioccano.

La storia vera: il paese non aveva ancora un nome quando, nel 181 a. C., i liguri più irriducibili sbarrarono la strada verso l'estremo Ponente al proconsole Lucio Paolo Emilio. Alla fine furono sconfitti, ma la resa definiva avvenne quasi due secoli dopo. E, molto più di recente, i partigiani combatterono i nazisti. E in mezzo passarono secoli di difesa della via alta che portava in Francia contro i saraceni e ogni altro aggressore. Montalto ha un nome che dice tutto: si trova sul crinale che separa la valle Argentina dalla Carpasina e è stato costruito con la mente rivolta alla difesa, arroccato, una sola via d'accesso, circondato da dirupi, vicoli stretti e tortuosi. Si dice che un solo guerriero potesse tenere il paese.

La leggenda: anche la leggenda che spinge le coppie a partire da ogni dove nel pianeta per sposarsi a Montalto ha un inizio cupo e tenebroso: si racconta infatti che il paese sia stato fondato da una coppia di promessi sposi particolarmente belli, innamorati e determinati a resistere al crudele conte Oberto di Badalucco - realmente esistito e davvero particolarmente odioso nonché avido - che esigeva lo ius primae noctis. Una sposa tanto bella non sarebbe sfuggita allo sguardo del signore, quindi Ella pensò bene di prevenire e rifugiarsi in cima ai monti con il compagno. I due furono raggiunti da familiari e amici che - incantati dalla bellezza e, senza dubbio, dalla sicurezza del luogo - rimasero con loro e fondarono la città. Che oggi conta grosso modo 400 anime: se si fa un lungo passo indietro sino al Medioevo, sono tante. E, se alla leggenda uniamo la bellezza quasi incontaminata di un paese antichissimo a disposizione per un giorno e la celebre Loggia degli sposi, si spiegano i lunghi viaggi romantici sino all'estremo Ponente ligure. Solo in un comune dove vige il matriarcato - Sindaco donna, come diversi amministratori, compagnia teatrale tutta femminile, un gran numero di attività professionali e commerciali gestite da donne - qualcuno (qualcuna?) poteva avere l'idea di restaurare completamente un antico palazzo in rovina con una vista incantevole, riservarlo soltanto ai matrimoni. Inventare la Loggia degli sposi e informare il mondo della sua esistenza. Da allora questo paese tutto speciale riceve carovane di coppie, invitati e parenti che hanno saputo cogliere l'atmosfera di un luogo ricco di storia, arte e bellezza.

Montalto nel mondo, il mondo a Montalto: 
con il passare degli anni Montalto è diventato un piccolo centro cosmopolita: una quantità di turisti hanno deciso di trasformarsi in stanziali, trasferendo le famiglie e il lavoro, grazie al web, dal lontano Nord Europa al paese arroccato sui monti, circondato da uliveti e boschi, ma non troppo lontano dal mare. A Montalto si parlano le lingue più improbabili, si festeggiano gli sposi e, una volta l'anno, per un paio di settimane, si ascoltano musica a altissimo livello e le voci del futuro. Grazie ai masterclass di canto - opera lirica - che si svolgono a agosto. Sono previsti auditori, ma basta passeggiare e ascoltare per entrare definitivamente in un altro mondo in un altro tempo.

"Il Festival della lirica, un laboratorio di opera studio che dura venti giorni nel mese di luglio e agosto, è una grande iniziativa culturale - spiega il sindaco Giovanna Lantrua - perché vuole contribuire a rafforzare la tradizione del melodramma, la lingua e la cultura italiana, coinvolgendo giovani studenti che partecipano alle attività estive di Montalto Ligure, arricchendo la loro preparazione attraverso il reciproco scambio delle esperienze maturate nell’uno e nell’altro Paese di provenienza: ci sono ragazzi che arrivano dal Canada, Brasile, Norvegia, Irlanda, Inghilterra,Spagna, Francia e ovviamente Italia. Gli obiettivi perseguiti con il Festival della Lirica sono: fornire ai giovani cantanti l’opportunità di perfezionare la loro tecnica e affinare il loro gusto interpretativo; favorire la conoscenza del teatro lirico, fra gli abitanti di Montalto e della Valle Argentina, ma anche ai Paesi Costieri. Trasmettere proprio a Montalto il bello e la magia che questa forma d'arte comunica è ancora più bello, grazie al contesto storico e architettonico di grande impatto emotivo. L’opera lirica ci sembra uno straordinario veicolo culturale, uno spettacolo, che riassume musica, teatro e poesia".

Itinerari: di emozione in emozione, attraverso i vicoli che grondano storia e fatica a saper ascoltare, anche solo l'eco dei propri passi nel silenzio, dopo una bella passeggiata nel paese, la visita alla Loggia - ché porta fortuna - conviene sempre rivolgersi al sacro, non delude quasi mai. Una visita al Santuario di Nostra Signora dell'Acquasanta è d'obbligo, per la bellezza del sito, fuori dall'abitato, immerso nel verde, per la leggenda che racconta come - a metà del '400 - un vecchio infermo ritrovò la salute immergendosi nella fonte su consiglio della Madonna e fece erigere il santuario in segno di gratitudine. Con il passare dei secoli la chiesa subì saccheggi e devastazioni, poi il terremoto terribile del 1887 - ancora vivo nella memoria di tutto il ponente ligure - lo rase al suolo. Quindi l'edificio è recente, ma conserva alcune opere di grande valore storico-artistico: la cancellata di ferro battuto (1608) che separa i battezzati dai catecumeni, il pozzo inesauribile in pietra locale (1486) e la statua in marmo della Madonna (1602) scolpita a Genova, portata a Sanremo per mare e a Montalto a dorso di mulo.

Sempre all'esterno dell'abitato, poco al di sotto, separata da un boschetto di ulivi, la chiesa tardo romanica di San Giorgio (sec. XIV) a tre navate e campanile cuspidato gotico, è un gioiello architettonico e custodisce motivi arcaici, come la transenna in muratura che divide il presbiterio e le pareti decorate con affreschi trecenteschi. Ma lo scrigno del tesoro è nel cuore del paese: la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, fondata nel XV secolo, ampliata nel XVII e modificata ancora sul finire del 1700, quando il primitivo impianto a tre navate venne trasformato in un'unica aula con sei altari laterali e venne costruito il campanile. Tra le molte opere artistiche conservate nella chiesa, certamente la più interessante, è il Polittico di San Giorgio ordinato nel 1516 a Ludovico Brea, autore montaltese per origini familiari, che nacque a Nizza e sviluppò in seno alla sua arte un linguaggio pittorico basato sulla fusione linea-colore in cui si trovano chiari ascendenti fiamminghi. Altre opere pregevoli sono il dipinto della Madonna con il Bambino di Maccario da Pigna eseguito nel 1546, il martirio di Santo Stefano di Agostino da Casanova del XVI secolo, la Resurrezione di Cristo del XVI secolo attribuita a Luca Cambiasio e la natività del Battista del XVII secolo. All'interno della parrocchia si trova un organo di elevato valore artistico-culturale commissionato nel 1810 al Nizzardo Antoine Grinda, rappresenta l'unica testimonianza di arte organara classica francese in Italia.

La compagnia teatrale dialettale Riemughe Surve, formata esclusivamente da donne (Presidente Silvana Bianchi) che interpretano anche i ruoli maschili. La compagnia nasce nel 1998, quando per una sfida lanciata dai figli un gruppo di mamme porta in scena "La Giara" di Pirandello e da quel giorno nessuno le ha più fermate. Le attrici sono il Sindaco, insegnanti, casalinghe. Nel 2008 hanno portato la loro rappresentazione al teatro Carignano di Genova
Il gruppo Amici del presepe (Presidente Adriana Bianchi) che da decenni rievoca la nascita del Bambino Gesù, con realizzazioni ogni anno diverse e con il preciso intento di rendere solidale - oltre che spirituale e gradevole una visita ai presepi di Montalto.

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