La riduzione dell’impatto ambientale e la tutela della sicurezza dei lavoratori sono la condizione per la continuazione delle produzioni alla ILVA di Taranto (come in qualunque altra attività)
Nella sostanza è questo il contenuto del dispositivo del Tribunale del Riesame di Taranto che conferma l’impianto accusatorio nei confronti dei responsabili aziendali ILVA : “disastro ambientale colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico”.
Il Presidente Bruno Ferrante, in qualità di custode giudiziario, si dovrà occupare di ridurre o eliminare ogni forma di inquinamento esterno ed interno che costituisca un rischio per la vita e la salute degli operai e della popolazione circostante.
Confidiamo che la decisione del Tribunale si dimostri incisiva per permettere: l’attuazione tempestiva delle prescrizioni contenute nella autorizzazione integrata ambientale del 4.08.2011; l’integrazione delle misure contenute in tale autorizzazione per adeguare in tempi brevi e certi gli impianti alle migliori tecnologie disponibili; una riduzione dell’impatto ambientale anche con misure ulteriori tenendo conto dello stato di contaminazione pregressa e attuale del territorio; la garanzia della sicurezza dei lavoratori (dipendenti ILVA e degli appalti); la realizzazione delle bonifiche necessarie; il controllo costante e rigoroso della attuazione delle misure definite e da definirsi.
A tale proposito riteniamo, come sperimentato ai tempi del crimine industriale causato dal rilascio di diossina e altri tossici dalla ICMESA di Seveso (1976), sia indispensabile formare un “Comitato Tecnico Scientifico Popolare”, formato da lavoratori ILVA e da cittadini di Taranto che affianchi i tecnici istituzionali perché il diritto al lavoro e il diritto alla salute possano essere realizzati, in conformità a quanto prevede la Costituzione repubblicana negli articoli 1,32, 41 e comunque sulla base del principio della non delega e della validazione consensuale di operai e cittadini.
Medicina Democratica, Movimento di lotta per la salute, in tale ambito offrirà il suo appoggio, la sua esperienza, le sue capacità e modalità di lavoro. Medicina Democratica ritiene comunque che il valore accettabile delle emissioni di sostanze cancerogene (IPA, PCB, Diossine e Sali di piombo) debba essere zero sia per gli ambienti di vita che di lavoro.
Il Direttivo di Medicina Democratica ONLUS