"Dobbiamo legargli il culo alla sedia'': e' il contenuto di un'intercettazione telefonica prodotta dalla Procura nell'udienza del Riesame sui ricorsi presentati dall'Ilva.
La frase sarebbe stata pronunciata da un dirigente dell'Ilva in una conversazione con altri dirigenti e farebbe riferimento all'arrivo in fabbrica di funzionari regionali che dovevano compiere un sopralluogo sugli impianti ritenuti a rischio ambientale.
Le intercettazioni sono contenute in un procedimento penale con l'ipotesi di reato di corruzione in atti giudiziari, di cui e' titolare il pm della Procura di Taranto Remo Epifani e che e' stato unificato a quello nei confronti dell'Ilva per disastro ambientale colposo e doloso dal quale e' scaturito il sequestro degli impianti dell'area a caldo del Siderurgico.
Dalle intercettazioni, secondo indiscrezioni, emergerebbero contatti con tecnici che dovevano preparare l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per conto del ministero dell'Ambiente, nonche' un presunto episodio di corruzione del docente universitario ed ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. Quest'ultimo episodio e' indicato anche nell'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmata dal gip Patrizia Todisco nei confronti di otto dirigenti ed ex dirigenti dell'Ilva.
Nel procedimento per corruzione in atti giudiziari sonoindagati lo stesso Liberti, il vice presidente del gruppo Riva, Fabio Riva, l'ex direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso, e il dirigente Ilva Girolamo Archina'.