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Politica | 26 luglio 2012, 11:28

Imperia: uliveto sperimentale, il parere della CISL Agricoltura

Il presidente Paolo Carrozzino si interroga sull'uliveto valutando se esso rappresenti un costo o un'opportunità.

Imperia: uliveto sperimentale, il parere della CISL Agricoltura

L’Associazione CISL Agricoltura Liguria (ACAL) chiede alla Provincia di Imperia con lettera ufficiale, di istituire un tavolo aperto a tutti i soggetti interessati al settore olivicolo al fine di valutare se l’Uliveto Sperimentale, sito in salita Aicardi in località Garbella ad Imperia e di proprietà della stessa provincia di Imperia, possa ancora rappresentare una utile opportunità al territorio.

"Crediamo di si: a parte la suggestione naturale che viene evidenziata dalle immagini, una vista del nostro mare da sotto gli ulivi, nel settore operano ancora oggi oltre 400 olivicoltori, più di 30 frantoiani, e circa 40 trasformatori. - spiega il presidente dell'ACAL Paolo Carrozzino - Se a questi aggiungiamo i dipendenti, fissi o stagionali, che lavorano nelle aziende, passiamo i 1000 operatori interessati. Un settore che sta vivendo un momento di crescita: la crisi generale porta a ripensare alla scelta dell’abbandono della terra. La ricerca della qualità nell’alimentazione rimette al centro l’eccellenza del nostro prodotto: sia olio sia olive o derivati. Ed allora perché buttare via una struttura storica che ci proviene dal 1911?" 

"Sono molte le iniziative formative che si realizzano sul territorio, spesso improvvisate. - aggiunge - Dare al territori una struttura per formare operatori nel campo della potatura, concimazione, trattamenti, irrigazione, tecniche di trasformazione ed altro dovrebbe essere l’obiettivo di ogni amministratore. Il tavolo dovrebbe essere aperto a tutte le organizzazioni che si occupano di olivicoltura a partire, ovviamente, dal Consorzio per la Tutela dell’Olio Extra Vergine di Oliva D.O.P. Riviera Ligure, per verificare se i punti citati dal Prof. Carlo Carocci Buzi, direttore dell’Istituto dal 1933 al 1939 siano ancora validi:

  • studiare l’adattamento delle varietà all’ambiente ligure, con particolare riguardo alla Liguria di Ponente in rapporto: alla resistenza al clima caldo – arido molto vicino a quello del Meridione; alla precocità produttiva; 

  • alle esigenze colturali. Il tutto col paragone delle caratteristiche proprie delle varietà delle zone in cui esse sono diffusamente coltivate; 

  • indagare contemporaneamente sul sistema di riproduzione agli effetti dello sviluppo delle piante e della precocità alla fruttificazione; 

  • seguire il comportamento delle piante di diversa varietà alla prima potatura di formazione e alle successive di accrescimento e di produzione; 

  • rilevare lo sviluppo del frutto e la oleosità di esso e, per quanto riguarda l’oliva edule, le buone caratteristiche commerciali e di commestibilità; 

  • per la parte industriale delle ricerche, stabilire il comportamento all’estrazione dell’olio e i rendimenti economici industriali, con un giudizio commerciale sulla qualità degli olii, messa questa anche in relazione a quella nota delle zone di diffusione delle singole varietà esaminate;

  •  infine, rilevare caratteri organolettici e dati fisico – chimici sugli olii estatti dalle olive delle varietà raccolte nell’oliveto".

Stefano Michero

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