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Al Direttore | 23 luglio 2012, 08:39

Ventimiglia: degrado ai giardini pubblici, dopo le molte mail dei nostri lettori ci scrive 'Spiriti Liberi'

Ventimiglia: degrado ai giardini pubblici, dopo le molte mail dei nostri lettori ci scrive 'Spiriti Liberi'

L'associazione 'Spiriti liberi' torna a scriverci, anche in conseguenza dei molti cittadini che hanno inviato al nostro giornale mail e foto del degrado ai giardini pubblici di Ventimiglia:

"Da alcuni giorni gli organi di stampa prestano finalmente attenzione allo stato in cui versano i giardini di via Veneto. Un'incuria dovuta alla carenza di personale (solo due addetti per 30.000 mq di verde, di cui quasi 8.000 per i giardini!), a cui la Civitas sta cercando di porre rimedio stanziando 50.000 euro. Ma il degrado spesso denunciato dai cittadini è anche dovuto alle frequentazioni di quell'area. Molti ventimigliesi ricordano che alcuni anni fa per questo motivo il Comune decise di risolvere il problema ingabbiando il parco con le sbarre che si vedono ancora oggi. Non fu una decisione unanime, anzi del tutto trasversale fra i dirigenti dell'epoca: se il vicesindaco Scullino era contrario, il consigliere di maggioranza Gianni Ballestra e quello d'opposizione Sergio Scibilia si pronunciarono nettamente a favore. Oggi risulta in tutta evidenza la totale inutilità di quella scelta, che ha finito solo con lo spezzare l'armonia urbanistica del luogo (città-giardini-fiume) e con il rafforzare l'immagine di una Ventimiglia prigioniera, della paura innanzitutto. Viene dunque da chiedersi se la prossima amministrazione comunale avrà finalmente il coraggio di smantellare le sbarre, rivitalizzare il parco con la cura che merita ed iniziative, nella stagione estiva soprattutto, e magari creare un'isola pedonale permanente tra i giardini e il fiume, specie ora che il parcheggio sul greto è chiuso per ordine della Provincia e ai ventimigliesi non regala altro che fango d'inverno e polvere d'estate. Nella foto uno dei consueti 'déjeuner sur l'herbe' dei personaggi che ondeggiano tra i giardini e la fontana del putto; a conti fatti non si capisce se chi ha voluto le sbarre ha rinchiuso quelle persone lì dentro o ha finito per chiudere la città fuori da un luogo che le appartiene".

Carlo Alessi

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