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Politica | 21 giugno 2012, 16:29

Pieve di Teco: a rischio chiusura la scuola di ragioneria, grido d'allarme della minoranza

"Siamo molto preoccupati di questa situazione perchè, diciamolo chiaramente, questa scuola è stata ed è molto importante in quanto gli studenti arrivano da tutta la Valle e dai paesi savonesi fino ad Albenga, garantendo alle famiglie interessate un servizio di primaria importanza come è la scuola".

Pieve di Teco: a rischio chiusura la scuola di ragioneria, grido d'allarme della minoranza

"Siamo venuti a conoscenza che la scuola di ragioneria di Pieve di Teco è a rischio chiusura. Lo abbiamo appreso da voci che girano da diverse settimane ed in ultimo dai genitori di alcuni alunni che si sono iscritti alla prima classe ed ai quali è stato detto che con ogni probabilità la prima classe non aprirà nella sezione staccata di Pieve di Teco".

Lo scrivono: Renzo Brunengo, Alberto Molinari, Anita Cappello e Tiziana Brunengo del gruppo consiliare 'Uniti per Pieve di Teco', che proseguono: "Siamo molto preoccupati di questa situazione perchè, diciamolo chiaramente, questa scuola è stata ed è molto importante in quanto gli studenti arrivano da tutta la Valle e dai paesi savonesi fino ad Albenga, garantendo alle famiglie interessate un servizio  di primaria importanza come è la scuola. Un servizio in meno vuol dire un ulteriore causa per l'abbandono  dell'entroterra. Una scuola istituita nei primi anni '70, con la determinazione e la caparbietà degli allora lungimiranti amministratori, non può essere chiusa applicando delle regole matematiche senza tenere conto del contesto in cui è inserita e dell’ampio e disagiato territorio che serve. Siamo preoccupati, come gruppo di minoranza, perchè in nome di un risparmio su servizi essenziali si va a ipotecare il futuro di una valle, di una presenza di salvaguardia, si vanno a perdere occasioni di rilancio, di interesse. Perdere la scuola superiore in Vallata oggi vorrà dire  un ulteriore aggravarsi dell'abbandono, ma vuol anche dire che i nostri giovani  avranno un motivo in meno per legarsi alla cultura, alle tradizioni, insomma alla sopravvivenza del nostro ambiente".

"I cittadini devono essere informati - terminano - perché in questo caso vorremmo auspicare una azione forte e condivisa da tutti per far sentire la nostra voce, per far sapere che esistiamo, perchè i nostri impegni di amministratori e di volontari abbiano senso all'interno di un contesto di interesse per il bene della nostra popolazione e di noi tutti".

Carlo Alessi

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