"Stavo leggendo i messaggi dei lettori in riferimento al terribile incidente di ieri e sento la necessità di esprimere lo sgomento che provo nel rendermi conto della mancanza di rispetto che dilaga rispetto ad un punto fondamentale dell'essere umano, il più importante, la vita.
Ho letto righe e righe di polemiche, contro il giornalista che ha riportato i fatti, contro la velocità, contro la segnaletica stradale, contro la manovra del camion consentita o non consentita, ho letto l'accusa di buonismo nei confronti di chi ha perso la vita a scapito di chi ha provocato, seppure suo malgrado, quella morte.
Mi chiedo come sia possibile aver voglia di schierarsi pro o contro la vittima, come si possa essere così cinici. Grazie al cielo abbiamo gli organi preposti a decidere se e quali siano le responsabilità civili ma non esiste qualcuno in grado di curare la malattia della nostra società e questo mi fa orrore. Soltanto il giorno precedente ho parlato brevemente con Angelo, chi lo conosceva sa che brava persona fosse, poche ore dopo non c'era già più, la sua famiglia non lo vedrà mai più tornare a casa, i suoi collaboratori, clienti, fornitori sono muti, bloccati da una perdita assurda che coinvolge e sconvolge... è inutile dilungarsi, ogni morte ha una sua storia che si ripete nella sua unicità.
Sarebbe opportuno tacere, tenere per sè considerazioni sconsiderate. E' ovvio che l'autista del camion non sia assolutamente da lapidare, ci mancherebbe, non credo proprio ci sia qualcuno che possa pensare che non avrebbe evitato più che volentieri quanto è successo ma questo non toglie che purtroppo subirà le conseguenze di quello che si stabilirà se essere stata fatalità, distrazione o altro. Non sta a noi giudicare. Anzi, noi tutti dovremmo soltanto avere pietà e cercare di fare nostra questa brutta esperienza.
Marinella".