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Al Direttore | 21 giugno 2012, 12:23

Chiusura dei sentieri alle mountain bike: nuovo intervento da un nostro lettore

Chiusura dei sentieri alle mountain bike: nuovo intervento da un nostro lettore

Un altro nostro lettore, Valerio Cugge, ci ha scritto per intervenire sulla chiusura dei sentieri alle mountain bike:

"Abito ad Andagna (Molini di Triora) sono 52enne e conosco bene il territorio in cui vivo,sia territorialmente che socialmente. Il disappunto che trovo per questi divieti è per l'ottusità di questi ottusi amministratori letargici che vivono in un paese incantato lontani dalle reali esigenze degli ultimi indigeni che sopravvivono ancora nella alta valle Argentina. La chiusura delle cave di ardesia al tempo passata in quarta pagina di qualche quotidiano per noi si è rivelata disastrosa era l'economia primaria,l'unica fonte di reddito per 400 persone (Operai e indotto) su di una popolazione minore a 1000 abitanti, la chiusura caldeggiata dal ex sindaco Lanteri di Triora che definiva i concessionari genovesi dei rapinatori, inquinatori,ecc. Ho scritto della chiusura delle cave ma, ora, ritornando all'argomento riguardante il divieto alle mountain bike è la storia che si ripete l'unica piccola fonte di reddito che rimane; nuovamente gli amministratori si risvegliano dalla loro letargia ed emmettono divieti.questi letargici che cosa fanno per la manutenzione dei sentieri e delle strade bianche di montagna? Nulla tutto è abbandonato a se stesso e più volte ho chiesto ai sindaci dei comuni interessati (Molini di Triora e Triora) e la risposta non c'è cassa per la manutenzione dei sentieri e le strade bianche sono a carico della provincia. Sono grato ad imprenditori venuti dall'Inghilterra che gestiscono le mountain bike portando turismo e lavoro agli indigeni sopravvissuti, pulendo con ottima manutenzione sentieri aperti a tutti sino a poco tempo fà impraticabili agli umani e difficili ai cinghiali. Le scrivo con amarezza, vedere questa l'alta valle con i suoi paesi morire fà male,i ragazzi fuggono in cerca di lavoro , la non manutenzione dei paesi, l'abbandono del patrimonio boschivo,la chiusura dei piccoli negozi e bar nei borghi strozzati dalle imposizioni ,siamo cittadini Italiani di terza serie,ma quello che è più vergognoso che quando dei privati investendo del loro portano un po' di luce gli amministratori si risvegliano dal letargo e impongono divieti,una persona mentalmente sana penserebbe che è impossibile ma purtroppo è vera,è una verità triste e di difficile comprendere".

Carlo Alessi

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