- 15 giugno 2012, 17:07

Enel compie 50 anni, Greenpeace gliele canta con i Meganoidi (da vedere e sentire)

Il carbone avvelena anche te. E tutta questa iniziativa è largamente trasferibile agli altri operatori, anche "verdevestiti" (Col videoclip integrale)

Enel festeggia a Bologna il suo cinquantenario. Anche senza invito, i nostri agenti del Reparto Investigazioni Climatiche si sono presentati alla festa di compleanno presso “Enel 5.0”, un villaggio tecnologico itinerante che l’azienda ha allestito in piazza XX settembre.

Sul pianale di un camion fermo davanti al museo interattivo, Adriano Bono, cantautore romano, accompagnato dal dj dei Torpedo Sound Machine Federico

Camici e da Luca Guercio, tromba dei Meganoidi, ha eseguito live il brano “È nell’aria”, una denuncia degli impatti ambientali, climatici e sanitari del carbone di Enel. Contemporaneamente, dall’ultimo piano di un edificio sulla piazza, i nostri attivisti hanno aperto uno striscione di oltre 70 metri quadri con la scritta “ENEL KILLER DEL CLIMA” e l’immagine dell’arma con la quale Enel commette molti dei suoi crimini ambientali: il carbone. Abbiamo poi transennato il villaggio Enel con il nastro “Climate Change Crime”.

Che compleanno triste quello dell’Enel! Dopo essere stata bocciata sul nucleare dalla grande maggioranza degli italiani, proprio un anno fa, l’azienda ripiega sul carbone, una fonte ancora più vecchia e senza futuro. Spende milioni di euro in campagne pubblicitarie per “ridipingere di verde” la propria immagine, ma sappiamo bene che sotto quella patina di colore c’è il nero del carbone e quel carbone causa in Italia una morte prematura al giorno e danni per circa due miliardi di euro l’anno. Controllata al 30 per cento dal Governo, l’azienda è al primo posto nella classifica dei grandi emettitori di CO2 in Italia, anche nel 2011, con oltre 36 milioni di tonnellate: più di una tonnellata di anidride carbonica al secondo.

Mentre il mondo va verso l’energia pulita e rinnovabile, Enel non può continuare a distruggere il clima e ad avvelenare l’Italia. La nostra richiesta all’azienda è di dimezzare la sua produzione a carbone entro il 2020 e azzerarla al 2030, rinunciando ai progetti di nuove centrali a carbone e investendo in fonti pulite e rinnovabili. Chiediglielo anche tu.

 

Greenpeace