Se da diverso tempo la ‘Ndrangheta si trova sotto i riflettori il merito è anche suo. Dell’ ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, che è intervenuto a Ventimiglia, nell’ambito della manifestazione pubblica sul tema delle infiltrazioni mafiose nella politica e nell’economia imperiese. Il primo firmatario, come da lui stesso sostenuto, della relazione del 19 febbraio 2009 che l’Antimafia ha fatto sulla ‘Ndrangheta, è componente dell’Assemblea Nazionale di SEL. Dal suo osservatorio ha tracciato un quadro a 360° della situazione nella città di confine, recentemente colpita dallo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata: pacchetti di voto, pagamento del pizzo, rapporto mafia-politica, “siluramento” della dirigente La Terra, riposte della politica e della società civile.
Come interpreta, dal suo osservatorio di i scioglimenti dei consigli comunali di Bordighera prima, e Ventimiglia poi:
“C’è qualche prefetto migliore di quelli che dicevano che la ‘ndrangheta non esisteva. E questo è già un dato positivo. Abbiamo avuto prefetti a Milano e in queste zone che hanno negato l’esistenza della ‘Ndrangheta. Una crescita di consapevolezza, che il problema delle mafie è una questione nazionale".
Esistono ancora i pacchetti di voto? “C’è il pacchetto di voti e ci sono anche quelli che trasferiscono i certificati elettorali e le residenze pochi mesi prima delle elezioni, cosa che è avvenuta anche a Ventimiglia".
Il rapporto mafia-politica? “Nel rapporto tra mafia e politica c’è un punto di contatto che si chiama corruzione. Non esiste il rapporto tra mafia e politica senza un sistema di scambio tra le imprese, le organizzazioni mafiose e i partiti. Che su questo tema ci sia una risposta dallo Stato è positivo. La relazione che feci io fu votata all’unanimità: il problema che poi quando si votano all’unanimità questi atti di denuncia bisogna essere conseguenti. Se si vota all’unanimità una relazione sulla ‘Ndrangheta e poi qui si fanno le liste alle elezioni comunali con il Vicesindaco un punto di interlocuzione con le cosche, è inutile aver votato quella relazione”.
La risposta della società civile: “Importantissima la risposta che la società crea a partire dallo scioglimento dei consigli comunali. Cioè, se noi deleghiamo ai commissari abbiamo perso la partita. I commissari devono fare la loro opera di bonifica, soprattutto nella pubblica amministrazione. Devono essere rimossi i dirigenti della P.A. che nella relazione, che ha portato allo scioglimento, sono stati indicati come punti di contatto con la ‘Ndrangheta. Se no, non si fa niente”.
A proposito di dirigenti, che opinione si è fatto del “siluramento” della dottoressa Giovanna La Terra, giunta a Ventimiglia da Gioia Tauro, e rispedita a casa dopo una sola settimana dall’insediamento? “C’è bisogno di capire, perché è stato interrotto il rapporto con la dottoressa La Terra che, a Gioa Tauro, nella sua amministrazione è stata impegnata in un’azione netta di bonifica. Qualcuno dovrà risponderne. Ed è bene che la risposta arrivi anche dal Ministro Cancellieri”.
Lo scioglimento del consiglio è il primo passo, ma è sufficiente come misura di lotta alla criminalità organizzata? “E necessario, non sufficiente ma necessario. Poi è fondamentale aprire un dibattito pubblico nella società di Ventimiglia, nei partiti, nell’associazionismo. Vigilare e utilizzare questi mesi per parlare nelle scuole. Far capire che la legalità è più conveniente dell’illegalità. E’ più conveniente per un sistema di imprese che si può liberare dai vincoli delle organizzazioni criminali. Che è più conveniente anche per gli imprenditori, che qui pagano il pizzo come lo pagano al Sud, quindi non diciamo minch….e: lo pagano come lo pagano al Sud. Bisogna dimostrare l’utilità sociale della legalità. Serve un nuovo patto per la rinascita, indipendentemente dalle collocazioni politiche, per Ventimiglia”.
Su chi tende a minimizzare l’azzeramento del consiglio affermando che i “Comuni vengono sciolti solo sulla base di un generico sospetto” replica seccamente: “Chi dice questo mistifica o vuole continuare a mantenere lo status quo, vuole continuare a mantenere i rapporti con la ‘Ndrangheta. Lo scioglimento del Comune va catalogato nelle misure di prevenzione extrapenale. Quindi non è necessario documentare aspetti penali, ma punti di inquinamento e di contatto con la Pubblica Amministrazione, di appannamento di quei due principi costituzionali che sono il buon andamento e la trasparenza della pubblica amministrazione. Chi fa finta di niente aspetta il primo omicidio eccellente che prima o poi arriverà, per dire: 'non pensavamo di essere arrivati a questo punto'. Bisogna evitare di arrivare a questo punto.
In che direzione deve andare, quindi, la risposta politica? “La politica deve ripulire i partiti, deve evitare di inserire nelle liste soggetti che hanno, in modo evidente, punti di contatto con la ‘Ndrangheta, applicare in modo rigoroso il codice etico approvato dalla Commissione antimafia. Non deve più farsi scudo del terzo grado di giudizio, perché di questo passo abbiamo un Parlamento pieno di condannati per mafia, di inquisiti per corruzione. O i partiti assumono su di sé la responsabilità di bonifica o, se la delegano alla Magistratura, sarà sempre troppo tardi. E anche uno scioglimento sarà stato inutile. Abbiamo, in Italia, Comuni che sono stati sciolti ben 3-4 volte, il che vuol dire che dopo lo scioglimento può tornare lo stesso sistema, se, invece, non si afferma un meccanismo di rottura di tutti i punti di collusione e di scambio. Questo tema riguarda, il centro, la destra e la sinistra. Il fatto che Sel oggi abbia deciso di aprire un dibattito pubblico su questi temi indica una strada”.