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Eventi | 30 aprile 2012, 07:31

Sanremo: concerto di grande qualità ieri pomeriggio con la Sinfonica al Casinò

Un talento tra i più fulgidi del panorama mondiale, Krylov suona con un'energia prodigiosa uno Stradivari del 1734 e lo conduce attraverso la partitura densissima del concerto di Brahms, composto nel 1878 per l'amico Joseph Joachim.

Sergej Krylov

Sergej Krylov

Concerto di levatura altissima, ieri al teatro dell'opera del Casino municipale: un pubblico foltissimo ed entusiasta ha applaudito a lungo il violinista moscovita Sergej Krylov e l'Orchestra Sinfonica di Sanremo uniti nel concerto in re minore op.77 di Johannes Brahams.  L'evento è stato organizzato in collaborazione con il Lions Club Sanremo Host e l’Associazione Amici della Sinfonica.

Un talento tra i più fulgidi del panorama mondiale, Krylov suona con un'energia prodigiosa uno Stradivari del 1734 e lo conduce attraverso la partitura densissima del concerto di Brahms, composto nel 1878 per l'amico Joseph Joachim, riscaldandone il suono progressivamente fino a formare un amalgama potente e morbido con il tutti dell'orchestra. La concezione sinfonica altissima che Brahms esprime nell’equilibrio fra solista e orchestra, è la vera qualità di questo concerto dove tutti gli strumenti dialogano alla pari con il violino solista che parla con eccezionale libertà e passione.

La tecnica formidabile di Krylov e la grande caratura della nostra Orchestra hanno entusiasmato il pubblico che si è dimostrato un'partner' attento e partecipe: è piuttosto raro percepire così nettamente la dimensione imprescindibile della relazione tra musicisti e ascoltatori, figure parallele e generatrici gli uni degli altri; pubblico come parte del rito ed elemento decisivo di tutto il processo, senza il quale nulla avrebbe senso.

Se dunque il pubblico è il punto finale del lavoro di un artista ed è lo stimolo a rendere il meglio di sé, Krylov ha ricompensato la partecipazione degli spettatori regalando tre bis (un Bach e due capricci di Paganini) che gli hanno fruttato una standing ovation da stadio. Nella seconda parte la bacchetta discreta ma precisa del maestro Bruno Santori ha accompagnato l'orchestra in una bella lettura della sinfonia n. 1 in Do maggiore di Ludwig van Beethoven, composta fra il 1799 e 1800, colma di ritmo e di energia e vivificata dal  suono caldo e pieno della nostra orchestra, una compagine professionistica che moltissime città ci invidiano.

A questo proposito abbiamo sentito il maestro Santori che ci ha parlato della sua esperienza  di direttore artistico e stabile e della sua passione per questi musicisti versatili che ricoprono il doppio ruolo di orchestra classica e di orchestra pop nei numerosi appuntamenti con i grandi artisti internazionale della musica leggera, in cui vestono il marchio di Sanremo Festival Orchestra. Il Maestro ha chiarito come la strutturazione del nuovo marchio dell'Orchestra sia indispensabile per mantenere ancorata la città al Festival, evento che è ormai un esclusivo possesso della Rai dal punto di vista dei contenuti e dell'organizzazione, se non fosse per  i nostri musicisti che ogni anno catalizzano l'interesse di tutta l'Italia con la loro presenza e la qualità della loro prestazione.

La conversazione ha toccato inevitabilmente la questione spinosa dei finanziamenti e la difficoltà  di attrarre capitali privati come lo sponsor lussemburghese Carthesio che ha svolto un ruolo vitale per consentire alla compagine di mantenere l'organico 'sinfonico', il quale organico, a sua volta, garantisce l'erogazione del finanziamento statale.  Il Maestro Santori, il cui contratto scade alla fine del 2012, si augura che tutta la città si accorga del valore che possiede e faccia tutto ciò che è in suo potere per salvaguardare la ricchezza inestimabile che questa Orchestra rappresenta.

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