Sanremo: incidenti in città e pericolosità delle moto, la risposta di un lettore a Roberto Barbaruolo

Un nostro lettore, R.B., ci ha scritto per rispondere a Roberto Barbaruolo, sugli incidenti:

"Rispondo alla lettera del sig. Barbaruolo (e a tutti quelli che la pensano come lui) dopo averla letta un paio di volte, trasecolando. Io sono sia automobilista che scooterista, non sono più un ragazzo anzi, e dissento democraticamente su quanto lei afferma, oggi ancor più dopo i due incidenti accaduti a Sanremo ed entrambi causati per acclarate colpe di automobilisti diciamo così distratti. Non voglio certo parlarle del clima che staranno respirando in queste ore i famigliari della giovane mamma travolta vicino a Coldirodi, o quelli del ragazzo che si è trovato di fronte un turista con il cervello in vacanza. Immagino che lei, Barbaruolo, non abbia avuto il tempo per pensare a loro e per capire che quello che è accaduto oggi, e ovviamente non sempre è così, è colpa esclusivamente degli automobilisti e non viceversa. E dunque le chiedo: le sembra il caso - oggi - di venirci a dire che chi va in moto 'intimidisce' l'automobilista? Che per fermare gli scooteristi servirebbero poliziotti ogni 500 metri? Che la moto è il mezzo più
veloce per arrivare alla morte? Ma si rende conto? Non so da quale onda emotiva possa essere stato travolto, ma mi creda Barbaruolo la sua è un'uscita totalmente infelice e per certi versi fortemente provocatoria. Con me ha colto nel segno, leggerla mi ha fatto venire i nervi a fior di pelle e faccio forza su me stesso per mantenere un tono educato, un aplomb che perderei di sicuro se le potessi parlare direttamente".