L'inchiesta sul tesoriere della Lega Belsito si allargano, e toccano, per ora solo di striscio, anche il porto di savona.
In questi giorniuna testata locale riporterebbe la notizia della presenza, nelle carte dell’inchiesta della Procura di Napoli sul presunto giro di riciclaggio di denaro e appropriazione indebita che riguarderebbe Belsito, di un'intercettazione telefonica tra il legame genovese del clan Di Stefano, Romolo Girardelli, e l'imprenditore Stefano Bonnet.
Secondo quanto si apprende dal dialogo telefonico, nel quale emerge quanto i due due proverebbero astio verso Belsito per alcuni sgarbi (e in quanto creditori di una somma in danaro), Girargdelli parlerebbe di alcuni "intrallazzi" di belsito negli affari del Porto di Savona, grazie i quali manterrebbe ancora potere all'interno della Lega.
Di quali intrallazzi, nell'intercettazione, non ne parlerebbero. Sempre secondo Il secolo XIX, ci sarebbero alcune voci insistenti che collegherebbero Canavese e la richiesta di sblocco dei fondi per la realizzazione della pittaforma Container a Vado Ligure, che lo stesso smentirebbe.
Innocenti fino a prova contraria, sia chiaro. Resta però il fatto che da una parte c'è l'indagine della procura di napoli su Belsito. Dall'altra la Dia che si presenta ad ispezionare il porto e a fare le rilevazioni del caso, di cui si attendono ancora i risultati. E non sia mai che i due filoni finiscano in uno solo.
La vicenda potrebbe rivelarsi un duro colpo per l'ente marittimo savonese e specialmente per il suo presidente, che se venisse inserito in questa vicenda giudiziaria, indipendentemente dalla sua effettiva o meno connessione, potrebbe comunque veder compromessa la sua ri-nomina come presidente di Autorità Portuale.