Al Direttore - 06 aprile 2012, 21:09

Incidenti in moto e velocità sulle strade: Roberto Barbaruolo risponde ad Enrico Alberti

Un nostro lettore, Roberto Barbaruolo, ci ha scritto per intervenire sugli incidenti in moto e per rispondere ad Enrico Alberti:

"Vedo che ogni tanto qualche lettore dirige l’attenzione su qualche problema grave e quotidiano. E’ il caso del Sig. Enrico Alberti, che segnala la pessima abitudine dei guidatori di motoveicoli, di superare costantemente la linea continua sull’Aurelia fra Ventimiglia e Bordighera, ma direi ovunque vi siano auto da superare, in questa sfortunata Italia. Il Sig. Alberti chiede maggiori interventi delle forze dell’ordine, ma per una buona deterrenza occorrerebbero poliziotti ogni 500 metri. Forse una buona volta occorrerà anche riflettere sul mezzo. Come si dice il mezzo è il messaggio. Perché un cittadino acquista un motoveicolo? Negli anni cinquanta del secolo scorso, Vespa e Lambretta venivano acquistate dai giovani per il basso costo. Oggi questa funzione viene svolta dai 'cinquantini' comunque veloci perché spesso truccati, ma la maggior parte dei motoveicoli ospitano persone di tutte le età e sono veri e propri bolidi per potenza e dimensioni. L’acquisto oggi è fatto soprattutto per poter disporre di un mezzo capace di raggiungere velocità pari se non superiore a quella massima di una autovettura ma con dimensioni comunque inferiori che consentono di infilarsi quasi sempre in quello stretto spazio la linea continua e la fila delle autovetture che provengono in senso inverso. Raramente il motociclista riesce a superare rimanendo nella propria corsia perché gli automobilisti ovviamente stanno un po’ discosti dalle auto parcheggiate da cui potrebbe aprirsi all’improvviso qualche portiera. Quindi il motociclista cerca spesso di intimidire l’automobilista che procede in senso inverso fino a farlo rallentare fino a quando il sorpasso illegale è concluso. Ancora più pericoloso l’incontro nella fascia centrale con altri motociclisti o peggio con autocarri che come noto hanno poca visibilità verso il basso. Terribile è stata qualche anno fa’ la morte di una giovane motociclista schiacciata da un camion nella curva di Latte (Ventimiglia). Io rispetto chi ha la passione del motociclismo. Le due ruote però hanno già di suo l’equilibrio precario ed anche senza traffico richiederebbero una maturità e prontezza di riflessi particolare per l’utilizzo in sicurezza in qualsiasi condizione atmosferica e di fondo stradale. Però se la moto si usa solo per arrivare prima infischiandosene del Codice della Strada è statisticamente provato che è il mezzo più adatto per arrivare alla morte od all’invalidità permanente. Concludo segnalando che un terribile incidente di qualche mese fa’, accaduto nell’Aurelia Bis di Sanremo, ha dimostrato che anche le auto a volte invadono la corsia opposta, ma non vorrei che qualche motociclista fanatico scrivesse che ciò avviene nella stessa proporzione, se non altro perché è fisicamente impossibile".

Carlo Alessi