Impiegato comunale trentottenne ucciso da una probabile emorragia cerebrale. Si tratta di Fulvio Presotto, residente, insieme ai genitori, Gianni ed Enrica, e al fratello Gabriele, a Rocchetta di Cengio. Il malore l’ha colpito ieri pomeriggio, appena rientrato a casa con l’auto. Già durante la mattina si era lamentato per il mal di testa che, però, aveva attribuito a problemi alla cervicale. Poi, mentre parcheggiava l’auto in garage, il primo malore. Con il cellulare ha avvertito il padre, che era in casa, di scendere perché non riusciva a muoversi. Immediato l’arrivo di un’ambulanza della Croce Rossa di Cengio e dell’ automedica del 118. Fulvio sembra potersi riprendere, tanto che scende autonomamente dall’ambulanza per entrare nel Pronto soccorso dell’ospedale di Cairo. Dove, però, la situazione degenera improvvisamente.
Il giovane perde conoscenza, i medici sono costretti ad incubarlo mentre scatta la richiesta di un trasporto con l’Elisoccorso. Destinazione, il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Pietra Ligure dove Fulvio, però, giunge in condizioni già disperate, senza aver ripreso conoscenza. Questa mattina il trentottenne è stato dichiarato tecnicamente morto. I genitori, lui pensionato Ferrania, lei casalinga, persone per bene, riservate, hanno acconsentito all’espianto degli organi e l’operazione, passate le ore di osservazione di legge, verrà eseguita in tarda serata.
Unanime lo stupore, il cordoglio, l’angoscia per una tragedia che ha colpito davvero un bravo ragazzo che, anche per la sua attività imprenditoriale di operatore manutenzione e riparazione macchine ufficio, elaboratori elettronici, apparecchiature informatica, era conosciuto in tutta la Val Bormida. Il computer che era un lavoro ed una passione, insieme alla bicicletta, alla moto e ai viaggi. Un ragazzo brillante, a volte simpaticamente un po’ svagato, sempre disponibile, sorridente.
Marco Berta, responsabile dell’area ragioneria del Comune di Cengio, stenta ancora a crederci: “Aveva fatto una grande prova al concorso per un posto part time, abbinando una grande conoscenza dell’informatica ad un pragmatismo sorretto dall’intuito. Era davvero un ragazzo brillante, dall’intelligenza fuori dal comune, ed il suo carattere introverso e il parlare poco erano facilmente superabili una volta che lo conoscevi meglio. E conoscerlo, lavorare insieme a lui, è stato per me un motivo di accrescimento in tutti i sensi. Ci mancherà molto”.
Lorena Manfredi per due anni ha condiviso lo stesso ufficio. Oggi non era al lavoro perché malata, ma la notizia l’ha raggiunta ugualmente, come dimostra la voce incrinata dal pianto: “Di Fulvio si possono dire solo cose belle. Era una bella persona, nel vero senso. Gentilissimo, disponibile, un modo di fare magari riservato e non troppo espansivo che, però, nascondeva prontezza anche di battuta ed ironia. Lavorare con lui era un piacere. Davvero una bella persona”. Così come parole di affetto verso Fulvio e di sentito cordoglio per la famiglia, sono espresse dal sindaco, Ezio Billia, che, insieme al vice, Sergio Marenco, oggi si è recato in ospedale.
Ciao Fulvio.