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| 23 febbraio 2012, 09:07

Porto Vado: continuano gli sversamenti a mare. E spuntano i camion dei Fotia

A prima vista, di cartelli d’appalto, neppure l’ombra. Ma è incessante il viavai pomeridiano carichi di inerti che si spingono fino all’estremità del “pennello” costruito accanto al molo carbone / cereali

Porto Vado: continuano gli sversamenti a mare. E spuntano i camion dei Fotia

Nella mattinata di ieri il pontone “S.Marco” della GLF (Grandi Lavori Fincosit Spa, socio di APM Maersk nel business piattaforma) aveva sversato nello “specchio” acqueo un ingente quantità di quel terriccio di ignota provenienza accumulato lungo i moli esterni di Porto Vado, provocando un notevole intorbidimento delle acque ben visibile anche con una piccola macchina fotografica da 100 Euro. La mancanza di punti elevati rispetto al livello del mare non permette di osservare il fenomeno nella sua interezza.



Nel pomeriggio, poi, parte il viavai di camion carichi di inerti - di provenienza altrettanto ignota - che attraverso il cancello automatico della Eurocraft, percorrono il “pennello” in tutta la sua lunghezza (la larghezza è ormai quella di un paio di corsie di marcia) per portarsi in retromarcia nei pressi dell’estremità e scaricare a mare interi cassoni di tonnellate di inerti composti da rocce e terriccio, per quel che si può osservare ad un paio di centinaia di metri di distanza.

 

Tra questi, quelli rossi marchiati “Fotia Group” della Scavo Ter ed altri tra i quali uno targato DB738YV intestato ad una già nota società cairese Cave Strade SRL riconducibile al gruppo Lombardini, a sua volta oggetto di cronache giudiziarie, ma ben più datate. (Vedi visura camerale)

Abbiamo provato a capire la provenienza dei materiali ma ci siamo sentiti rispondere da ARPAL che le analisi sul “terriccio” sversato a mare vengono condotte dalle stesse ditte che lo sversano (!) e che la proverrebbe dai cosiddetti campi prova delimitati in zona per il dragaggio.


Ora, stante che nessuno sa al momento dirci dove questi campi prova si trovino, risulta singolare dragare dei fondali tre i più inquinati di Liguria (operazione che nessuno ha avuto occasione di osservare) per poi riporre “il dragato” lungo un molo, per poi reimbarcarlo sul pontone e riportarlo in zona per sversarlo.

A questo curioso modus operandi di aggiunge in queste giorni la spola dei camion di note aziende a rimpinguare con cascate di inerti l’estremità del costruendo molo.

Qualcuno è in grado (seriamente, se possibile) di spiegare che cosa sta accadendo nella rada di Vado? 

Vedere per credere: IERI

L'ALTROIERI

IL 20 FEBBRAIO 2012

 

Che siano lavori a sè stanti? Curioso, perchè ricadono nella pianta del progetto...

mpm

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