Il 14 gennaio alcuni cittadini avevano segnalato ai Carabinieri la presenza di odori molesti a Bragno, in particolare alcuni residenti avevano riferito di una vera e propria “nube tossica”.
In seguito a queste segnalazioni gli operatori dell’Arpal avevano eseguito un sopralluogo presso gli stabilimenti dell’Italiana Coke, “in particolare sulla viabilità limitrofa al muro di cinta verificando le zone su cui insistono le strutture impiantistiche ed i parchi di stoccaggio, non rilevando presenza di odore molesto”.
L’Italiana Coke, come del resto già anticipato in una nota diramata dall’azienda stessa pochi giorni dopo l’accaduto, ribadisce, quindi, di essere estranea ai fatti, come riferisce anche l’ingegner Bruni, Responsabile Ambiente e Sicurezza della Società, che spiega: “In quella data non sono state condotte operazioni specifiche di manutenzione, e pure le operazioni di esercizio sono risultate regolari. Non vi è stato alcun disservizio agli impianti che possano aver provocato quanto segnalato. Si precisa inoltre che le miscelazioni di carboni fossili sono invariate da più settimane”.
L’Arpal, terminato il sopralluogo, ha riscontrato solo “ un lieve odore aromatico, tipico di cokeria, unicamente nelle aree centrali rispetto al “trattamento gas” localizzato sul lato Cairo dello stabilimento”.
A confermare questa tesi anche i dati delle centraline, pubblicati da sindaco di Cairo sul suo blog, che il 14 gennaio non avevano fatto registrare valori fuori dai parametri. Dati che però evidenziano nei giorni successivi una serie di esuberi sui quali lo stesso Briano il 10 febbraio chiederà spiegazioni al Direttore Regionale di ARPAL Maggiolo.