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Eventi | 16 gennaio 2012, 10:22

Sanremo: il 25 gennaio all'Ariston Roof Don Ciotti per la 17a 'Giornata in ricordo delle vittime della mafia'

Nell’occasione sarà possibile firmare per le due proposte di legge di iniziativa popolare della campagna per i diritti di cittadinanza 'L’Italia sono anch’io'.

Sanremo: il 25 gennaio all'Ariston Roof Don Ciotti per la 17a 'Giornata in ricordo delle vittime della mafia'

Mercoledì 25 gennaio alle 21 presso l'Ariston Roof 1 di Sanremo, Don Luigi Ciotti sarà ospite di 'Libera' (Coordinamento di Imperia) per lanciare la 17a 'Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie'. L’evento è promosso da 'Libera', in collaborazione con Ass. Arci di Imperia, associazione di volontariato 'Mappamondo' di Sanremo, Caritas Diocesana di Ventimiglia Sanremo, Cooperativa 'Terre solidali' e Rete provinciale per l’Ottobre di Pace. Nell’occasione sarà possibile firmare per le due proposte di legge di iniziativa popolare della campagna per i diritti di cittadinanza 'L’Italia sono anch’io'.

In merito alla presenza di Don Luigi Ciotti e di 'Libera' in Liguria, in vista della Giornata che ricorda tutte le vittime di mafia, prevista a Genova il 17 marzo prossimo, queste le dichiarazioni del Prof. Nando Dalla Chiesa sociologo e presidente onorario di Libera:  “Per festeggiare a Genova la giornata della memoria e dell’impegno del 17 marzo del 2012. E’ una scelta naturale. Un’altra grande e storica città del nord, dopo le esperienze di straordinaria partecipazione di Torino e di Milano. Perché ce lo stanno raccontando i processi, ce lo stanno dicendo ripetutamente le cronache e gli studi: è il nord ormai la vera terra di conquista delle mafie, la vera posta in gioco se si vuole rovesciare la strategia dei clan. Se si vuole decidere di non mettere a loro disposizione –pressoché indifese- le terre più ricche.  Se si punta a saldare invece la rivolta delle regioni meridionali, e dei loro giovani in particolare, con una rivolta di tipo nuovo; capace di crescere e mettere radici in quelle che una volta erano le aree 'di insediamento non tradizionale' e che tali non sono più se mezzo secolo è in grado di fare 'tradizione'. Liguria, Lombardia e Piemonte. Nel nord-ovest, come anche nel Lazio, le organizzazioni mafiose si stanno scatenando. Non vogliono più gestire spazi residuali, non bastano più loro i tipici interstizi degli affari criminali. Pretendono, perché sentono di averne ormai la forza, di dettare legge, di conquistare il celebre 'monopolio del ciclo del cemento'. Vogliono penetrare l’economia legale, dai ristoranti ai centri commerciali alla sanità, ed espandere i business illegali, a partire dallo smaltimento dei rifiuti. Tendono a intensificare i rapporti con la politica, dimostratasi troppo permeabile e 'avvicinabile'. Meno che mai, sia chiaro, sono disposte a retrocedere. Non è nella loro natura. Hanno piuttosto dimostrato, soprattutto la ‘ndrangheta, ormai egemone nel nord, una forte vocazione colonizzatrice. Per questo si apre con ogni evidenza un conflitto dalle grandi implicazioni civili e culturali. Al quale sono chiamati a partecipare, schierandosi con lo Stato di diritto, con la libertà, con la giustizia, con la trasparenza amministrativa, tutti i cittadini onesti e responsabili, gelosi dei propri diritti costituzionali. In Liguria come in tutto il nord troppi sono stati gli occhi chiusi per quieto vivere, per incapacità di comprendere, talora per connivenza. Eppure (e proprio per questo) il comune di Bordighera è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, dopo molte e inascoltate denunce di esponenti delle istituzioni e della società civile. E forse non rimarrà il solo. Eppure (e proprio per questo) la provincia di Imperia è stata abbandonata alle pretese dei clan grazie a esponenti delle istituzioni di recente -e per fortuna- rimossi o perseguiti. Eppure (e proprio per questo) informazioni più precise e preoccupanti giungono su attività mafiose nella altre provincie liguri, Genova compresa. Il contributo che Libera intende dare con la sua presenza nazionale sarà dunque come un atto di attenzione e di amore verso questa regione". 

Carlo Alessi

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