- 28 novembre 2011, 14:49

Maersk: benna selvaggia nella rada di Vado

Dopo che l’ultima mareggiata ha brasato il pennello di rocce e terra in costruzione accanto al molo carbone / cereali, c’è gran daffare. Ruspe che vanno e vengono nell’area a mare dei cantieri Eurocraft, ma soprattutto un chiattone di nome “Taranto” che con una grossa gru a benna rovescia in mare il terriccio che trasporta...

Chi da loro il permesso è in possesso di un’analisi chimico/fisica di quel che si sganascia in acqua?

E da dove arriva il materiale che più che sabbia appare terriccio variamente assortito che intorbidisce l’acqua?

E il disastroso “giacimento” di metalli pesanti e tossici accumulati lungo il secolo breve e narrato dall'ARPAL sui fondali della rada, sono stati tenuti debitamente in conto?


Come no.

A malapena si riesce a capire se questi lavori sono l’inizio di Maersk. Tutto lo fa pensare a partire dalle chiatte targate GLF - Fincosit, uno dei soci della piattaforma stessa. Non un cartello di appalto, o se si, talmente ben imbertato che è come non ci fosse.

Agitando quelle acque anche la trasparenza - che se ne va - resta una cortesia più che un diritto dei cittadini bagnanti e non.

Ma non preoccupiamoci: tutt’attorno è un brulicare di mezzi dell’Arpal e di altri enti preposti al controllo e alla tutela della nostra salute e di quella del nostro mare. E’ vero? No. Non c’è nessuno. Il filmato è di venerdi 25 novembre 2011

SN