"...Siamo tutti d’accordo: identità, colesterolo buono, prodotti tipici, dieta mediterranea, economia nella tradizione. Dal territorio all’economia tutto riassunto in un prodotto: l’oro verde di Imperia”. Questo l'incipit del volantino distribuito, in quattro lingue, in occasione della manifestazione 'Olioliva', divulgato dalla 'Rete dei Beni Comuni di Imperia'.
Questo il resto del testo:
"Ma, in concreto, che cosa facciamo? Noi chiediamo, localmente e globalmente:
– la difesa dell’olio vero e del suo lavoro dall’aggressione di un commercio internazionale che impone bassa qualità alimentare a prezzi di dumping sociale;
– la creazione del Distretto Agroalimentare di cui si parla da decenni (investimenti adeguati per piccole e medie imprese, specializzate, territoriali, storicamente significative, integrate in una rete sociale ed economica), per portare lavoro e buona occupazione per i nostri giovani;
– la restituzione di un porto commerciale come quello di Oneglia alla sua funzione riconosciuta e riconoscibile, (nodo intermodale dell’agroalimentare e della pesca, non parcheggio di natanti di lusso e mera 'vetrina');
– il mantenimento pubblico delle mense scolastiche per garantire una educazione alla salute e una qualità dell'alimentazione improntate anche alla dieta mediterranea (anziché il previsto affidamento a strutture private di catering all’insegna di un globale cibo anonimamente standardizzato);
– la difesa dei terreni agricoli dalla speculazione edilizia (anziché la loro lottizzazione e la svendita di quelli pubblici)
– la valorizzazione culturale ed economica del lavoro agricolo, come fondamento materiale ed ideale di una concezione di sviluppo e di salvaguardia del territorio e dell'ambiente (anziché la promozione del suo abbandono speculativo);
– la difesa decisa e convinta, con la realizzazione di un piano nazionale di riassetto, del territorio rurale e del paesaggio come solo antidoto allo sfascio idrogeologico ed alla perdita di un patrimonio comune immenso.
Senza queste scelte precise e non più dilazionabili si promuove solo una scatola vuota per parlare retoricamente di identità, qualità, tipicità, unicità, mentre nella realtà di tutti i giorni tanti agricoltori che davvero fanno un prodotto unico, non ne ricavano un reddito decente, i cittadini con meno mezzi mangiano sempre peggio e sempre più si impone un assurdo e ingiusto modello di sviluppo che con la frana di un’economia di carta porta con sé anche la frana del territorio".