Una nostra lettrice, Marilena, ci ha scritto per dire la sua sul mercato dei fiori di Sanremo e l'UcFlor:
"Vorrei esprimere un mio parere sul Mercato dei Fiori perché in passato facevo parte anch'io dei produttori di fiori.Quando ho iniziato, nel 1980, il produttore trattava la vendita diretta con l'acquirente,vendeva agli esportatori di Sanremo e vendeva ai clienti che arrivavano da tutta Italia. Poi,i soliti furbi,fiutato che poteva essere un'affare, hanno iniziato a fondare le cosiddette 'cooperative', formate da soci produttori, che hanno pagato una quota per farne parte e diventare così 'un numero'. La 'trappola' ha funzionato etantissimi hanno aderito (io ero il n.864). Ma sapete come funziona la storia? Tu non puoi portare tutta la tua produzione alla cooperativa, ma solo quello che a loro interessa, perché fanno arrivare merce dall'estero a prezzo stracciato con cui tu devi concorrere, prezzo che poi viene ulteriormente diminuito in base alle aste (altra fregatura), perché, della quantità che tu hai conferito ad un prezzo tot, viene venduto solo il 20%. Il resto è venduto sempre a meno della metà della cifra stabilita! La cooperativa si prende anche una percentuale sul venduto,così va a finire, che, chi guadagna niente è solo il coltivatore a cui conviene,alla fine, abbandonare le coltivazioni e fare del resto.Ora i vari Politici indicono delle riunioni per blaterare sui problemi del Mercato dei Fiori, chiedono quote di partecipazione per evitare il fallimento,accusano addirittura i coltivatori di assenteismo,ma la colpa di questo disastro è solamente di chi ha speculato ,di chi ha amministrato nella dottrina del 'mangia mangia', di chi ha permesso la gestione della struttura a persone interessate solo al proprio interesse. Questa è l'ennesima batosta che prende Sanremo! Le Amministrazioni giocano al rimpallo con le colpe ma dovrebbero ,invece, cercare di eliminare le cause di questo casino, ricordandosi che il mercato floricolo è basato sulla produzione dei coltivatori locali, i quali secondo me, sono i primi a dover essere aiutati con contributi ma, anche, salvaguardando le loro produzioni da speculatori. Eliminiamo le cooperative e torniamo al libero mercato!”