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Politica | 17 novembre 2011, 14:28

Scajola “Rivendico con orgoglio le mie radici democristiane ma ritengo che la Dc non sia riproducibile”

E' positivo il commento di Claudio Scajola sulla nomina di un Governo tecnico per non andare subito al voto. “Oggi si deve favorire l’evoluzione del Pdl verso un soggetto politico più strettamente collegato al Partito Popolare Europeo” ha detto.

Scajola “Rivendico con orgoglio le mie radici democristiane ma ritengo che la Dc non sia riproducibile”

L'ex ministro Claudio Scajola ha condiviso la decisione di nominare un Governo tecnico, invece che andare subito al voto, per far fronte alla delicata situazione in cui si trova l'Italia. Il Parlamentare, già al centro di numerosi dibattito sul futuri del Pdl, è intervenuto sulle pagine di Tempi appoggiando la posizione assunta dal Presidente della Repubblica.

“Una campagna elettorale di quattro mesi avrebbe significato affondare il Paese – ha detto - come classe politica abbiamo invece il dovere di guardare all’interesse nazionale. Il presidente della Repubblica, in questi anni prezioso presidio di equilibrio e saggezza, insieme all’ex presidente del Consiglio, scelto nel 2008 dal popolo sovrano, hanno individuato insieme la strada per dare un governo all’Italia, capace di affrontare l’emergenza economica nei tempi di durata di questa legislatura”.

Scajola, come già fatto più volte, pone tra i punti principali dell'agenda politica una rivalutazione del ruolo dei moderati cristiani. “Resto convinto che ci sia spazio per fornire risposte in tempi brevi alle attese dell’Italia – precisa l'ex ministro imperiese - E in questa missione i cattolici impegnati in politica devono svolgere con ancora maggiore impegno il proprio ruolo”. Scajola, in particolare, ha parlato su Tempi in merito al dibattito sull’ipotesi della nascita di una nuova Democrazia cristiana. “Rivendico con orgoglio le mie radici democristiane – ha detto - ma proprio per questo ritengo che la Dc non sia riproducibile. Io penso che oggi in Italia si debba favorire l’evoluzione del Pdl verso un soggetto politico più strettamente collegato al Partito popolare europeo e varare una politica economica che rilanci la crescita economica e l’occupazione e che sappia distribuire equamente i sacrifici necessari per il risanamento della finanza pubblica e per la riduzione del debito”.

Federico Marchi

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