"Ci risiamo con l'Ospedale unico-nuovo provinciale. Nel frattempo è divenuto, ovviamente, più costoso (da 200 milioni di euro a 240 milioni in 5 anni). L'ubicazione sarebbe la stessa, cioè dietro la nuova stazione, ma sempre molto vicino al bacino fluviale del torrente Argentina. Una zona definita, dal punto di vista del rischio geomorfologico, 'area a rischio lieve o trascurabile' ma comunque, in caso di alluvione, difficilmente raggiungibile, poiché diverrebbe una specie di 'isola'. E non ci pare siano previsti servizi di traghetto".
Lo scrive il Dipartimento Sanità di Rifondazione Comunista dell'imperiese, che prosegue: "Nel 'fluttuante' progetto sono ora presenti 2 monoblocchi e non più uno. Uguale il numero dei posti letto per pazienti acuti (630), ben al di sotto di quanto stabilito dal piano sanitario regionale (3.36 ogni 1000 abitanti, per un totale di circa 720 posti). A quanto pare le decine di migliaia di turisti che frequentano, e fanno vivere, la nostra provincia sono tutti sanissimi e nessuno ha bisogno di prestazioni ospedaliere, perché non vengono mai conteggiati, a discapito dell’attrattività turistica della nostra Riviera, specialmente per il turismo della terza età. Il progetto originario dell’Ospedale Unico, quello presentato ufficialmente nel giugno 2007, che prevedeva una semplice sommatoria dei reparti attualmente esistenti nei tre presidi ospedalieri di Imperia, Sanremo e Bordighera col mantenimento di un Dipartimento Emergenza (DEA) di 1º livello, è stato praticamente bocciato dai comitati di cittadini e da gran parte di sindacati e partiti politici".
"Ora il nuovo progetto, presentato alla conferenza dei sindaci, appare certamente tanto più ambizioso quanto virtuale. Si parla infatti di un DEA di 2º livello, dunque nettamente superiore in fatto di servizi sanitari. Secondo il DPR 1356/2004 e sue successive integrazioni (definizione delle Unità Operative di Pronto Soccorso U.O.P.S. e dei Dipartimenti di Emergenza-Urgenza DEA) il DEA di 2º livello dovrebbe prevedere, in aggiunta a tutti i reparti attualmente esistenti in provincia, specialità quali:
- Neurochirurgia (già presente al Santa Corona!),
- Cardiochirurgia e rianimazione cardiochirurgica,
- Chirurgia Toracica,
- Chirurgia maxillo-facciale,
- Chirurgia Plastica,
- Rianimazione pediatrica neonatale".
"Se davvero l’intenzione è questa - termina Rifondazione - la Direzione Sanitaria, nei numerosi comunicati stampa che sta emanando, non dovrà più usare una terminologia per gli addetti ai lavori (cioè DEA di 2º livello), ma dovrà assumersi la responsabilità di elencare per davvero tutti i nuovi reparti e servizi sanitari, chiamandoli per nome e cognome! Altrimenti è solo propaganda, magari per distogliere l’attenzione dalla difficile realtà sanitaria in cui stiamo vivendo: carenza di posti letto tanto per acuti che per i pazienti che necessitano di riabilitazione dopo traumi o ictus, lunghe liste di attesa per prestazioni ambulatoriali e diagnostiche (mentre sono ben più rapide quelle a pagamento in regime di attività libero–professionale intramoenia), aggravamento dei tickets sulla farmaceutica e sulle prestazioni ambulatoriali, spostamento della subintensiva e chiusura delle sale operatorie dal pomeriggio con cessazione della reperibilità chirurgica a Bordighera e quindi declassamento da Pronto Soccorso a Punto di primo intervento ,ecc".