Eventi - 07 novembre 2011, 09:47

Sanremo: domani pomeriggio al Casinò tornano i Martedì Letterari con Giuseppe Ayala

L''ospite, che sarà introdotto da Ito Ruscigni, parlerà della giustizia italiana.

Da sinistra, Giuseppe Ayala ed Ito Ruscigni

Domani al teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo alle ore 16.30 Giuseppe Ayala terrà la conferenza su “Giustizia malata. Quali terapie?”. Ito Ruscigni introdurrà questo nuovo ospite per il tradizionale appuntamento con i martedì letterari. Giuseppe Ayala sta preparando il suo nuovo libro “La mafia ha nove vite”. Scrive Ayala: "Io penso, e l’ esperienza me lo conferma, che i giovani abbiano un grande bisogno di riferimenti certi, puliti e solidi cui ancorare le loro scelte future. Poter dare un contributo ad un’ esigenza tanto importante mi fa sentire in dovere di non risparmiarmi. Al tempo stesso, ricevo anch’io una contropartita significativa: quella di sentirmi utile ad una nobile causa. Infondo, è la storia della mia vita! Ho sempre dato quello che potevo. Ho conseguito successi. Ho anche perso più volte. Ma non mi sento sconfitto. E perciò ho una gran voglia di continuare. Farlo nell’ interesse dei giovani mi sembra la più alta tra tutte le opzioni possibili. Eccomi! ...”

Sulla Giustizia italiana Ayala poi commenta: “Il tema dell’assetto istituzionale e costituzionale del pubblico ministero ha più o meno la mia età, quindi oltre cinquant’anni. Allora, scendendo dai massimi sistemi e andando al contesto della vita politica e istituzionale di questo momento, forse riusciamo a cogliere alcuni spunti che ci aiutano a riflettere sul problema. Il contesto, lo stato della giustizia penale italiana in questo momento: un disastro. La diagnostica c’è tutta, la terapia è difficile da individuare; quello che è sicuro è che siamo di fronte a un malato non dico terminale, per carità, non voglio usare toni apocalittici, ma certamente grave, che è il processo penale italiano. Cause della malattia: una serie di interventi normativi, succedutisi negli ultimi anni, assolutamente scoordinati tra loro, figli di un padre che non c’era, cioè un disegno riformatore organico, che si sono accavallati provocando una trasformazione dell’impianto originario del processo penale attraverso una sorta di corsa ad ostacoli, caratterizzata da una ipertrofia garantista, a fronte di altre garanzie invece sostanziali e non formali.

Tutto questo ha creato di fatto il terreno di coltura di ogni tentazione ostruzionistica da parte dei difensori, con il risultato di appesantire ulteriormente il corso del processo. Tutti gli interventi riformatori che si sono succeduti dovevano avere il fine di contenere la lentezza: paradossalmente, l’hanno aggravata. Questo è il contesto nel quale ci muoviamo. Questa è la mia diagnosi". 

Stefano Michero