- 25 ottobre 2011, 18:00

“Aree ex Acna, una situazione che ha del paradossale"

Vaccarezza: "Sarebbe un fallimento politico non riuscire a rendere produttivo un sito già bonificato"

Il presidente della Provincia di Savona Angelo Vaccarezza ritorna sulla questione del sito di Cengio, e spiega: "E' l’unico ad aver completato la bonifica tra i 54 territori di interesse nazionale in cui era prevista tale operazione ma finito tutto questo ci si trova ad avere un’area che però non è disponibile".

Continua Vaccarezza: "La questione resta, infatti, legata al risarcimento del danno ambientale, con il Piemonte che chiede un indennizzo di 253 milioni di euro, che la Syndial non ha però intenzione di pagare. Fino a che la Regione Piemonte è stata governata dalla Bresso non si è mai seduta al tavolo delle trattative. Cota invece si è mosso in questa direzione, anche se l’incontro ristretto tra presidenti delle due regione e delle province, nonostante sia stato più volte richiesto, non c’è ancora stato. Credo che il non riuscire a rendere produttivo un sito bonificato sarebbe un fallimento di tutta la politica. Ci sono gli investitori, ci sono manifestazioni d’interesse, ma non si riesce a chiudere l’iter, perche la Syndial prima di cedere le aree vuole chiudere le cause che ha in corso. Credo che tutti dovremo adoperarci per sbloccare la situazione, 

Conclude il presidente: “La Val Bormida ha già pagato tanto, sia dal punto di vista ambientale che economico e produttivo.  Ora il rischio e la paura dei cittadini è che i progetti industriali pensati a Cengio vengano poi realizzati altrove".

Stesso timore condiviso anche dal primo cittadino di Cengio Ezio Billia, che afferma: “La bonifica sarà terminata entro fine mese, quindi una questione di giorni, ma credo che sarà difficile invece chiudere entro la fine dell’anno l’iter di cessione delle aree. Da parte nostra stiamo tentando in tutti i modi di ottenere un incontro con il Ministero dell’Ambiente, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni della Prestigiacomo ad Alba a proposito di portare nelle aree di Cengio un distretto della green economy. Il rischio è quello di perdere il treno del rilancio, di vitale importanza non solo per Cengio ma per tutta la Val Bormida".

e.m.