Passando lungo l'Aurelia a porto Vado non le noti neppure. Ma zitte zitte, le prime opere a mare della piattaforma Maersk, autorizzate, pagate e/o ostacolate nel concreto non si sa da chi, hanno come base l'arenile dei cantieri privati EUROCRAFT, attigui al Molo San Raffaele della Terminal Rinfuse Italia TRI Spa, società basata ad Agrate Brianza ed iteramente controllata (secondo l'interessante visura camerale, disponibile QUI) da una curiosa ESTATE Spa Codice fiscale: 02781260365. Nella visura viene precisato che "LE AZIONI DETENUTE DAL SOCIO ESTATE SPA SONO IN PEGNO A DEXIA CREDIOP SPA, SOCIETE' GENERALE SA, SOCIETE' GENERELE MILAN BRANCH, CALYON MILAN BANCH E DI WEST LB MILAN BRANCH"
Andiamo bene.
Occorre fare il giro dalla spiaggia dei pescatori per intravvedere prima e vedere poi, dopo una passeggiata su sassi e acque abbastanza luride, i materiali sversati a mare che costituirebbero uno dei basamenti della piattaforma.
Un pennello di terra, pietrisco & pietrame largo abbastanza a che ci passi sopra un escavatore e che si protende in mare per un centinaio di metri.
Da dove arrivi questo materiale e da che cosa sia composto non è dato sapere visto che giungerebbe via mare a bordo di due chiatte da lavoro della GLF Grandi Lavori Fincosit, la "NINO" e la "San Marco" che possiamo osservare attraccate a Porto Vado con la pancia gonfia di materiali da sversare
Per dovere di cronaca ricordiamo che la Grandi Lavori Fincosit è socia - insieme alla nota Technital - con la A.P. Moeller Maersk nella APM terminals, che se non ricordiamo male è il proponente l'operazione ed il soggetto maggiormente beneficiato e interessato - dopo la locale autorità portuale, si intende...
Nonostante i ricorsi e la netta contrarietà del Comune di Vado, questi vanno avanti serenissimi a rovesciare in mare tonnellate di roba, in barba a tutto e a tutti o quasi. E' singolare infatti che un sol uomo si permetta di decidere un altro scempio nella rada di Vado dall'alto di un Ente Inutile (accorpabile tranquillamente a Genova come proposto in sede di manovra) e alla faccia di tutto e tutti tranne i menzionati.
Siamo certi che la legge consenta quel che sta accadendo? E poi, chi paga?
Lo sapesse l'Avvocato Granara...
Intanto si propone e si firma il c.d. protocollo di legalità per la piastra Maersk, come a darla per fatta per l'ennesima volta, e come fosse appalto pulito e scevro da qualunque sospetto d'infiltrazione... Una sorta di isola felice di cemento, ammesso che verrà mai concretamente finanziata da banche sull'orlo di una crisi di nervi.
E tutti gli altri appalti? Non sono già abbastanza "legali" visto che occorre un apposito accordo per questo?