- 03 agosto 2011, 10:59

Impianto per il trattamento rifiuti a Ferrania: dopo l'incontro di ieri il Comitato Ambiente Salute Valbormida ribadisce NO

Il Comitato Ambiente Salute Valbormida e tutte le Associazioni
Ambientaliste di Cairo Montenotte, per quanto espresso nel documento
presentato, rivolgono un appello al Sindaco di Cairo Montenotte ed a tutti i componenti della  Giunta  e  del  Consiglio  Comunale  affinché si sospenda l’iter  di  approvazione  dell’impianto di trattamento dei rifiuti nelle aree Ferrania e si apra un tavolo di  confronto e discussione che coinvolga Cittadini, Proprietà Ferrania, Organizzazioni  Sindacali, Forze Politiche attive sul territorio,  Enti  locali, Provincia di Savona,  Regione  Liguria,  Ministero  delle  attività  Produttive, al fine di giungere ad un progetto condiviso che tenga conto di tutte le esigenze del territorio, occupazionali, sanitarie ed ambientali, traguardando l’obiettivo di attivare una corretta gestione dei rifiuti.

Le motivazioni che spingono il CASV e tutte le Associazioni Ambientaliste di
Cairo Montenotte a dire no all’impianto per il trattamento dei rifiuti a Ferrania
possono essere riassunte nei seguenti punti:

a) Il biodigestore in progetto è a tutti gli effetti, viste le dimensioni da 90.000
tonnellate/anno, un impianto industriale, che attiverà sul sito di Ferrania, la filiera
industriale del trattamento dei rifiuti, vincolando la futura destinazione d’uso di tali
aree di pregio, fondamentali per la reindustrializzazione della Val Bormida.

b) Giustificare la realizzazione dell’impianto affermando che favorirà la raccolta
differenziata dei rifiuti in Provincia di Savona è uno specchietto per le allodole,
visto che lo stesso risultato si potrebbe raggiungere con 4 - 5 impianti di minore
taglia, localizzati nei vari ambiti della Provincia, riducendo gli impatti sull’ambiente
di una struttura che, per le sue dimensioni sarà la più grande d’Italia e simile  solo a quelle  costruite in Europa, in corrispondenza delle grandi metropoli, come ad
esempio Barcellona.

c) Per poter funzionare l’impianto di Ferrania dovrà raccogliere rifiuto umido da
tutta la Provincia di Savona e dalle Province limitrofe di Imperia e Genova,
aumentando l’impatto sull’ambiente collegato alle movimentazione di decine di
migliaia di tonnellate di rifiuti, che percorreranno centinai di chilometri su una rete
stradale, che in alcuni periodi dell’anno, è già al collasso.

d) I biodigestori per il rifiuto umido di grande taglia che recuperano il biogas sono
soggetti al pericolo di esplosioni, come dimostrato dalla casistica europea e da studi
ingegneristici di Istituti di ricerca specializzati, il sito prescelto non risulta, quindi,
compatibile con questo tipo di impianto, vista la vicinanza di abitazioni singole e
centri abitati.

e) La filiera industriale del trattamento dei rifiuti è molto redditizia per chi la
gestisce, utilizza poca manodopera ed occupa grandi spazi. Nel caso specifico di
Ferrania abbiamo l’impiego di n° 8 addetti, per un impianto che occuperà una
superficie di 40.000 mq. Tale scelta strategica per le aree industriali di Ferrania è in
contrasto con gli impegni presi dalla proprietà al momento di rilevare le aree nel
2005, quando si proponevano 400 - 500 posti di lavoro ed è in contrasto con tutti gli accordi di programma firmati dagli Enti locali, dalla Provincia di Savona, dalla
Regione Liguria,  dal Ministero delle attività Produttive e dalle Organizzazioni
Sindacali.

Negli accordi sottoscritti si è fatto sempre riferimento all’attivazione di
processi produttivi che comportassero il rilancio occupazionale, senza mai
comprendere la filiera industriale del trattamento dei rifiuti. E’ curioso osservare
che gli stessi Enti ed organizzazioni Sindacali, fatta eccezione per la CGIL,  che
hanno sottoscritto dal 2004 al 2011 gli accordi di programma sulle aree Ferrania,
oggi siano d’accordo con questo repentino cambio di strategia. 

f) Il repentino cambio di strategia sulla destinazione d’uso delle aree Ferrania non è
stato  oggetto, prima dell’approvazione, di alcun dibattito pubblico nè con i
cittadini, nè con riunioni ufficiali del Consiglio Comunale di Cairo Montenotte, a
testimonianza del fatto che le decisioni importanti per la vita ed il futuro di una
Comunità sono prese da pochi, con approvazioni adottate preferibilmente nei mesi
estivi. Neanche le Amministrazioni dei Comuni limitrofi all’impianto sono state
consultate, anche se l’impatto ambientale dell’opera ricadrà in modo tangibile su tali territori.

g) La filiera del trattamento industriale dei rifiuti per essere veramente efficace e
massimizzare i profitti, necessità anche di impianti di trattamento a caldo, il fatto
che la proprietà Ferrania non abbia rinunciato alla costruzione della centrale a
biomassa ci preoccupa, tenendo conto che tale impianto, dopo idonee modifiche
progettuali e costruttive, potrà essere utilizzato per  bruciare  la componente secca del rifiuto urbano ed il materiale ottenuto con la biodigestione, dopo un processo di essiccazione.

h) Sulla base di quanto sopra esposto il Comitato Ambiente Salute Valbormida
rivolge un appello al Sindaco di Cairo Montenotte ed a tutti i componenti della
Giunta e del Consiglio Comunale affinché si sospenda l’iter di approvazione
dell’impianto di trattamento dei rifiuti nelle aree Ferrania e si apra un tavolo di
confronto e discussione che coinvolga Cittadini, Proprietà Ferrania, Organizzazioni
Sindacali, Forze Politiche attive sul territorio, Enti locali, Provincia di Savona,
Regione Liguria, Ministero delle attività Produttive, al fine di giungere ad un
progetto condiviso che tenga conto di tutte le esigenze del territorio, occupazionali,
sanitarie  ed ambientali, traguardando l’obiettivo di attivare una corretta gestione dei rifiuti.

com.